Migliaia sono i voli già cancellati negli Stati Uniti; stessa storia per le partenze in ritardo, mentre si registrano lunghissime code in alcuni aeroporti americani, a causa della mancanza del personale, non solo dei controllori di volo. Da New York a Los Angeles, decine sono gli aeroporti colpiti, mentre le autorità avvertono che questo è solo l'inizio. Finora solo il 4% dei voli è stato sospeso a livello domestico e fra quelli in partenza dagli States, mentre le tratte internazionali, che arrivano nel Paese per ora restano garantite. Tuttavia, se lo shutdown del governo dovesse continuare, la percentuale di voli cancellati andrà a crescere fino al 10% entro il 14 di novembre. L'amministrazione Trump ha adottato questa misura per far fronte alla grave carenza di controllori aerei, i quali non ricevono stipendi da inizio ottobre. Nel frattempo, nel più lungo shutdown di sempre, il Senato è in sessione anche questo weekend. L'impasse tra democratici e repubblicani rimane di votare non se ne discute, mentre si negozia un possibile compromesso. Le parti hanno infatti definito come positivi gli attuali negoziati in corso. Per i democratici è categorico impedire i tagli alla salute pubblica nel bilancio del nuovo anno fiscale americano. Una possibilità sarebbe quella di approvare dei progetti di legge, per riaprire alcune parti del governo e poi negoziare con i repubblicani le questioni pendenti. Da parte sua, il presidente Donald Trump continua a chiedere con insistenza ai senatori repubblicani, di riaprire il governo senza contare sui voti democratici, utilizzando la loro maggioranza semplice di 53 voti, anziché i 60 attualmente necessari. Questa richiesta è al momento ignorata dai leader repubblicani consapevoli delle possibili conseguenze, qualora in futuro perdessero l'attuale maggioranza al Senato, a vantaggio dei democratici. .























