Ancora una manciata di giorni a Gaza e i bambini moriranno anche di sete, perché a causa del collasso dei sistemi idrici nella striscia incombe lo spettro della siccità provocata dall'uomo. In questo momento, secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite, solo il 40 percento degli impianti di produzione di acqua potabile è in funzione. Se l'attuale blocco di oltre 100 giorni sul carburante d'ingresso a Gaza non verrà interrotto, fa sapere il portavoce del fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, le strutture chiuderanno e i bambini people. Access to water is essential especially now that we are still people Mentre le operazioni militari israeliane proseguono e si espandono in diverse parti del territorio palestinese. L'accesso all'acqua potabile è sempre più difficile. Per questo la crisi ha innescato nuove ondate di sfollati, facendo aumentare la pressione sulle infrastrutture già al collasso. A marzo Israele ha interrotto le linee elettriche che riforniscono i principali impianti di desalinizzazione di Gaza, principale fonte di acqua potabile per i residenti dell'enclave. Sebbene Israele abbia recentemente annunciato di aver iniziato a consentire l'ingresso di alcuni beni di prima necessità nella striscia, il carburante resta escluso. Il conflitto a Gaza è già costato ad Israele 67 miliardi di Dollari e ora con l'apertura del secondo fronte sta spendendo 735 milioni al giorno per combattere l'Iran, mentre nella striscia circa 2,5 milioni di persone continuano a morire, ora anche di sete. .