Le tre pagine dedicate all'Europa, o meglio alla promozione della grandezza europea, non lasciano spazio ai dubbi: se il vecchio continente, si legge, rimane vitale da un punto di vista strategico e culturale per gli Stati Uniti, l'obiettivo dell'attuale amministrazione a stelle e strisce deve essere quello di correggere la traiettoria attuale, portata avanti soprattutto dall'Unione Europea, una traiettoria che, secondo la Casa Bianca, mina la libertà politica e la sovranità con le sue politiche che favoriscono l'immigrazione, censurano la libertà di parola, sopprimono le opposizioni, attaccano le identità nazionali. È questa lettura e la promessa di un sostegno alle opposizioni nazionaliste e sovraniste, più che la richiesta di un maggiore impegno nella difesa continentale e il freno ribadito all'espansione della NATO, a far reagire i vertici comunitari, con la Commissione Europea a sottolineare: "Le nostre regole le decidiamo noi". Ma la scelta è comunque quella di tenere bassi i toni. Non a caso rimangono silenti le maggiori capitali europee. Tra i grandi e più esposti il premier polacco Donald Tusk: "L'Europa è il vostro alleato più stretto, non il vostro problema, e abbiamo nemici comuni, questa è l'unica ragionevole strategia per la nostra sicurezza comune" scrive su X, e poi chiosa: "A meno che qualcosa non sia cambiato". .























