Alla fine anche Bill de Blasio ha sciolto la riserva, diventando ufficialmente il ventitreesimo candidato democratico alla Casa Bianca. Il Sindaco di New York ieri ha ufficializzato la sua intenzione di sfidare Donald Trump nel 2020. "Un Presidente newyorkese che" - ha spiegato de Blasio - "Ho avuto modo di conoscere bene ed ecco perché lo batterò. Lo chiamerò 'Con Don', il Don contro" ha continuato il Sindaco, sostenendo che Trump sia noto nella Grande Mela per essere un truffatore. Nel video con cui ha annunciato la sua campagna nel primo comizio, fatto ieri ai piedi della Statua della Libertà, il Sindaco ha sottolineato che si batterà per i diritti dei lavoratori e dei migranti, che ha definito l'elemento fondante del modello americano. Ovviamente non si è fatta attendere la risposta del Presidente, che via Twitter ha definito de Blasio "Il peggior Sindaco che New York abbia mai avuto. Il vostro uomo, se vi piacciono le tasse e il crimine". La verità è che anche nel mondo liberal de Blasio sembra non avere un grande sostegno. Ieri il New York Times ha pubblicato un editoriale molto forte contro la sua candidatura, precisando che alla fine rischia di essere quasi un vantaggio per Trump. Il Sindaco, infatti, non è amato come i suoi predecessori in città. Dopo un primo mandato, in cui ha portato a casa risultati importanti, ora viene percepito come un assenteista, lontano dai cittadini, senza contare le ombre sospette di corruzione e conflitto di interessi che gravano sul Comune con indagini in corso che coinvolgono lui e i suoi più stretti collaboratori. Ma nell'affollata corsa democratica sembra ormai esserci spazio per tutti e Trump se ne compiace, convinto che la lunga battaglia delle primarie sfiancherà i suoi avversari, ancor prima di aprire veramente la partita per la Casa Bianca.