Altri sette anni. Il Presidente siriano Bashar al-Assad è stato rieletto alla guida della Siria con il 95,1% dei voti. Si tratta del quarto mandato per Assad, al potere dal 2000. Un voto scontato e, al tempo stesso, un voto disconosciuto dalla Comunità Internazionale, per un Paese da dieci anni martoriato da un conflitto che ha ucciso oltre mezzo milione di persone e ha costretto dieci milioni di siriani ad abbandonare le loro case. Presidenziali, quelle siriane, aspramente criticate da Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Europea. Elezioni definite, da più parti, una vera e propria farsa, una frode orchestrata, non solo per l'assenza di veri candidati di opposizione ma anche per la mancanza di verifiche indipendenti sul processo elettorale in tutto il Paese. Un voto che la Comunità Internazionale definisce né libero né giusto, con le Nazioni Unite che avevano richiesto la supervisione internazionale sul voto che ha avuto, come detto, esito scontato. Assad rimane Presidente per altri sette anni dopo aver ricoperto l'incarico per vent'anni, da quando ha ereditato la posizione dal padre Hafez, al potere dal 1970. Assad che ha respinto immediatamente le accuse e le critiche dichiarandole prive di valore.