La nuova battaglia di Aleppo ha già fatto centinaia di morti e riportato i bombardamenti aerei russi sui cieli della Siria dopo anni di tregua. I combattimenti sono ripresi con un attacco su larga scala da parte dei ribelli siriani nelle aree controllate dal governo nel nord-ovest del paese, nella provincie di Idlib e Aleppo. Ad attaccare sono stati migliaia di miliziani di diverse formazioni, alcune appoggiate dalla Turchia, guidate dagli jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham, che una volta si chiamavano fronte Al Nusra ed erano la costola di Al Qaeda in Siria. L'avanzata è stata la più importante dal 2020 e ha portato i ribelli a conquistare una cinquantina di villaggi controllati dalle forze governative di Assad, per un totale di 400 chilometri quadrati e a spingersi fino a pochi chilometri da Aleppo, la seconda città del paese, già martoriata durante la guerra civile da un lunghissimo assedio condito da pesanti bombardamenti. Con le immagini diffuse dai White Helmets, sembra di essere tornati indietro nel tempo, ai lunghi anni di una tragica guerra civile. Palazzi distrutti, decine di civili, donne e bambini sotto alle macerie nei villaggi conquistati dai ribelli intorno ad Aleppo. L'offensiva arriva in un momento in cui le forze sciite, e in particolare Hezbollah, storicamente e militarmente al fianco di Assad, sono impegnate a casa propria in una dura guerra contro Israele. E mentre anche la Russia, alleata di Damasco, è impegnata da anni sul fronte ucraino. Nei combattimenti iniziati mercoledì scorso ci sarebbero già circa 200 morti dalle due parti, con i ribelli che pagherebbero lo scotto più alto, ma che avrebbero anche conquistato una base dell'esercito. Per le forze antigovernative l'attacco servirebbe invece a far tornare a casa migliaia di sfollati, scappati dai propri villaggi a causa dei bombardamenti russi e governativi delle ultime settimane sulle zone ancora controllate dai ribelli, dove evidentemente, ormai da qualche tempo, la violenza covava sotto la cenere.