Prima abbandonati e poi lasciati soli a gestire anche l'ultima catastrofe. La popolazione civile in Afghanistan combatte per la sua sopravvivenza ed ora, dopo il sisma di domenica, le necessità umanitarie, secondo le Nazioni Unite supereranno di gran lunga quelle del terremoto di magnitudo 6,3 del 2023 quando morirono oltre 2000 persone. Una nazione devastata dalla guerra e alle prese con una gravissima crisi umanitaria, da quando i talebani hanno ripreso il potere nel 2021 in seguito al ritiro degli Stati Uniti con la comunità internazionale che non ha mai riconosciuto il nuovo governo, a eccezione della Russia e con molti gruppi umanitari internazionali che hanno lasciato il paese. Sotto accusa soprattutto la legislazione contro le donne. A luglio la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per due dei principali leader talebani, citando la persecuzione di donne e ragazze come prova di crimini contro l'umanità. Fino a inizio anno l'agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale finanziava scuole segrete in tutto il paese, oltre a programmi di studio all'estero e borse di studio online, con la cancellazione degli aiuti americani per un valore di 1,7 miliardi di dollari voluta da Trump, molti di quei programmi stanno per concludersi. Chi è rimasto come Emergency oggi si è messo a disposizione delle autorità per fornire supporto alla popolazione colpita. Nessuno deve essere lasciato solo in un momento tanto drammatico fanno sapere dalla ONG WeWorld che sta operando nelle aree rurali più colpite. Secondo il programma alimentare mondiale che era principalmente finanziato dagli Stati Uniti circa 10 milioni di persone, un quarto della popolazione afgana soffre di grave insicurezza alimentare. La carenza di sostegno ha compromesso la risposta alla ripresa ai disastri naturali in Afghanistan, un paese spesso soggetto ad attività sismica, aggravando ulteriormente la carenza di cibo e medicinali tra la popolazione afgana. .























