Era una scelta di campo e la risposta è stata netta. I socialdemocratici nazionalisti di sinistra dell'ex premier filorusso Robert Fico hanno vinto le elezioni parlamentari in Slovacchia. Smer-DS, il suo partito, ha ottenuto il 22,94% dei voti, un risultato che gli dà un vantaggio inattaccabile sui liberali di Slovacchia Progressista, PS, che hanno portato a casa il 17,96% di consensi. Affluenza storica: quasi il 68%, il dato più alto dal 2002. Adesso sarà Fico a formare il Governo e a diventare primo ministro per la quarta volta. Riconoscendo la sconfitta, il leader del partito liberale, Michal Šimečka, ha detto che proverà comunque di tutto per evitare che Fico riesca a formare un Governo, ipotizzando una strada alternativa con HLAS. I socialdemocratici, arrivati terzi, hanno però già aperto ad un'alleanza con Fico, dunque, l'ipotesi più probabile è una triplice coalizione nella quale farebbe parte anche il Partito Nazionale Slovacco (SNS) che porterebbe alla formazione di una maggioranza di 79 deputati su 150 membri del Consiglio Nazionale. Non però, ad una maggioranza costituzionale che sarebbe necessaria per poter apportare riforme strutturali come al sistema elettorale e giudiziario. Gli elettori si sono di nuovo fidati di Fico che solamente 5 anni, travolto dagli scandali, sembrava aver perso tutto. Ma in questo lasso di tempo, quello che era un leader filo europeo che aveva portato il suo paese nel cuore dell'Unione e dentro l'Euro, ha cambiato direzione. Oggi, è un politico molto più radicale, critico nei confronti della NATO, di Bruxelles per le sanzioni anti russe, ma soprattutto contrario all'invio di armi in Ucraina. Duro contro la minoranza LGBTQ. Un risultato che pone molti interrogativi e apre a vari scenari a 7 mesi dalle elezioni europee del 2024. A Bruxelles, ci si interroga se la Slovacchia rimarrà un alleato fedele o se si allineerà alle posizioni filo-Putiniane del primo ministro ungherese Viktor Orban.