Sottomarini, Francia: ripercussioni su Nato

19 set 2021
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La crisi dei sottomarini peserà sul futuro della NATO, c'è stata menzogna, doppiezza e una rottura grave della fiducia. Parole di fuoco quelle del Ministro degli Esteri francese Le Drian. Quella che è in atto è una vera e propria crisi diplomatica dopo che l'Australia ha annullato l'intesa, da 66 miliardi di dollari, per acquistare sottomarini francesi, scatenando la rabbia di Parigi che ha richiamato i suoi Ambasciatori dagli Stati Uniti e dall'Australia ma non quello dalla Gran Bretagna, in quanto, il Governo di Londra, per Le Drian, è la ruota di scorta della nuova alleanza a 3 anti-Cina e la Francia è abituata al permanente opportunismo del Regno Unito. Queste le pesanti parole del Ministro. Rispedito al mittente anche il ramoscello d'ulivo porto da Washington che ha espresso la speranza di risolvere la disputa la settimana prossima, in occasione dell'assemblea generale dell'ONU. Non ha risparmiato toni duri neanche l'Ambasciatore francese, poco prima di imbarcarsi per Parigi, che ha affermato: "Quello che mi rattrista è che pensavamo di essere amici ed invece siamo stati pugnalati alle spalle". Da parte sua Camberra ha reagito così: l'Australia aveva profonda e serie preoccupazioni che la capacità dei sottomarini non avrebbe soddisfatto i propri interessi strategici, ribatte il Premier Morrison, aggiungendo che Parigi era stata avvisata la sera prima. Così il Premier ha difeso l'adesione al patto Aukus di difesa dell'Indo-Pacifico con Usa e Regno Unito che ha portato a cancellare la commessa, di 12 sottomarini, firmata con la Francia. Quello che si va delineando, ormai, è un vero mutamento geopolitico nel Pacifico dove, per contenere la Cina e impedirle di diventare una potenza oceanica, si sta rafforzando un asse militare tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia che di fatto taglia fuori l'Europa. L'accordo a tre, per la fornitura di sottomarini a propulsione nucleare in chiave anti-cinese, segna una tappa importante in un processo in corso da tempo, gli analisti avevano più volte sottolineato come il Pacifico stesse diventando sempre più centrale per l'America, di pari passo al rafforzamento della presenza militare di Pechino nel Mar Cinese Meridionale.

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