Scuole che si trasformano in teatri di stragi con decine di vittime, luoghi percepiti come sicuri che si rivelano non esserlo affatto. Ormai da decenni le cronache sono segnate da storie simili a quella di Graz, il Paese che conta il maggior numero di aggressioni, sono gli Stati Uniti, Paese dove il dibattito sulla sicurezza nelle aule è molto sentito. Uno dei simboli più potenti al centro della discussione sul controllo delle armi nel Paese, è la strage di Columbine, il 20/04 del 1999 due 17 enni entrano nella scuola superiore di Littleton, vicino a Denver, in Colorado, e uccidono 13 persone prima di togliersi la vita. Qualche anno più tardi alla Virginia Tech di Blacksburg, il massacro più sanguinoso, uno studente sudcoreano uccide 33 persone, prima di spararsi. È la sparatoria più grave della storia del Paese per numero di vittime. Non fu l'ultima. Una delle più sconvolgenti sparatorie di massa della storia del Paese, per l'età delle vittime, ebbe il luogo a Newton in Connecticut, nel 2012. La Sandy Hook è infatti una scuola elementare, le persone uccise sono 26. Tra queste si contano 20 bambini di un'età compresa tra i sei e i sette anni. 10 anni più tardi si ripeterà un altro massacro in una scuola elementare, a Ovalde, in Texas. In Europa le stragi sono meno frequenti, ma non assenti. Il Regno Unito fece i conti con una tragedia che scosse il mondo intero a metà degli anni 90, nella tranquilla cittadina di Dunblane, un uomo di 43 anni, Thomas Hamilton, entrò in una scuola elementare e uccise 16 bambini. Il 2023, in particolare, è stato un anno terribile per l'Europa. A maggio, un adolescente di 13 anni, uccide 10 persone in una scuola di Belgrado in Serbia. Pochi mesi dopo un altro studente di 24 anni uccide 14 persone in un'altra sparatoria di massa, questa volta nella Repubblica Ceca in una università di Praga. L'ultima strage in Europa, fino a quella di queste ore, a Graz. .