Sparatoria a Parigi, la comunità curda insorge

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2 anni fa

I primi spari all'ingresso del centro culturale curdo di rue d'Enghien ieri mattina, nel decimo arrondissement di Parigi. Lì William M. ha ucciso tre persone, due uomini e una donna, tutti attivisti curdi. Poi la fuga in un parrucchiere curdo di fronte, dove ha ferito ancora, prima di essere immobilizzato dai clienti del negozio. La dinamica sembra evidente, le motivazioni dell'aggressione sono invece da chiarire. L'uomo già in passato indagato e messo in detenzione provvisoria per tentato omicidio in un centro migranti della capitale, ha sparato di nuovo, per colpire la comunità curda francese o come attacco contro la comunità straniera nel suo insieme? Il Ministero dell'Interno e la Procura non hanno ancora una risposta definitiva. Di certo il centro davanti al quale è avvenuta la sparatoria, è la sede del Centro Democratico Curdo di Francia, principale emanazione del Movimento Nazionalista Curdo in Francia e facciata legale del PKK, il partito dei lavoratori del Kurdistan, principale oppositore al governo turco e considerata una organizzazione terroristica dall'Unione Europea. Mentre le indagini vanno avanti, la comunità curda reagisce. Ieri gli scontri con la polizia durante l'intervento sul posto del Ministero dell'Interno, oggi una nuova protesta contro le autorità, che secondo i curdi di Francia non hanno saputo evitare questa nuova strage. Già nel 2013, nella stessa strada del decimo arrondissement, erano stati uccisi tre militanti del PKK, di primo piano.