Travolti e uccisi da bufere di neve in due distinte spedizioni è strage di alpinisti in Nepal. Fra le vittime ci sono cinque italiani. La cronaca delle ultime ore, purtroppo ha confermato il drammatico bilancio nel primo incidente avvenuto nella notte del 27/10 nel campo base 1 sul Monte Pambari, una vetta di 6800 metri fra le più difficili e inesplorate dell'Himalaya nepalese, sono morti Alessandro Caputo, 28 enne maestro di sci di Milano, e Stefano Farronato 51 enne tecnico forestale di Bassano del Grappa. Lunedì un'altra valanga si è abbattuta in un campo base nello Yalung Ri a Nord Est di Kathmandu. Sotto il peso di uno straordinario accumulo di neve seguito al Ciclone Montha hanno perso la vita altri tre connazionali, tre guide nepalesi, un cittadino tedesco e uno francese. Tutti alpinisti esperti che avevano come obiettivo quello di coronare il sogno di raggiungere la straordinaria vetta del Dolman Kang, a 6300 metri di altezza sul confine Nord del Nepal. Avevano scelto proprio questo periodo dell'anno perché ritenuto ideale per via del clima secco, del cielo limpido e delle temperature miti. Le vittime italiane sono due amici abruzzesi, Paolo Cocco, 41 anni e Marco Di Marcello e l'alto attesino Marcus Kirchler. Ci sono ancora dispersi. Fra i superstiti alcuni testimoni hanno parlato di forti ritardi nelle operazioni di soccorso nepalese. L'incidente, infatti, ha anche riacceso il dibattito sulle macchinose procedure di autorizzazione agli interventi di emergenza in montagna, con alpinisti e funzionari locali, che attribuiscono la causa della prolungata risposta all'emergenza ai ritardi burocratici. .























