Le ultime vittime le stanno identificando con il DNA, perché il fucile d'assalto usato dal killer ragazzino ha straziato i corpi. La scuola elementare di questa cittadina rurale del Texas dove martedì un diciottenne ha ucciso diciannove bambini sotto i dieci anni e due insegnanti prima di essere ucciso a sua volta dalla polizia e oggi circondata da telecamere e reporter di tutto il mondo. Ogni tanto sul luogo della peggiore strage in una scuola, dal massacro di Sandy Hook dieci anni fa, qualcuno porta un mazzo di fiori. "E' stato spaventoso sono sopraffatta." Racconta questa signora ieri mio figlio era a scuola ma ci è voluto tanto tempo per sapere che stava bene. "Credo servono nuove leggi affinché questo non accada mai più." Dice invece un'altra donna. Uvalde è una cittadina povera, a un centinaio di kilometri dal confine col Messico; la cui popolazione è in larga parte ispanica. 16000 abitanti e una dozzina tra poligoni e negozi di armi, nella migliore tradizione texana: petrolio barbecue e pistole. Mentre il resto del mondo è sotto shock; negli Stati Uniti, ancora una volta, si infiamma il dibattito sulla violenza causata dalle armi da fuoco. Perfino adesso, anche tra chi ha perso qualcuno, sono in pochi a mettere in discussione il diritto costituzionale di possedere pistole e fucili. "Penso che gli insegnanti debbano essere sempre armati, addestrati per simili evenienze, per proteggere i bambini da queste cose." Chi è scampato, per caso, al massacro invece racconta così cosa ha vissuto. "Ho sentito gli spari racconta Adline la maestra ci ha detto di correre il più velocemente possibile, il cugino di un mio amico era disperso e dopo abbiamo saputo che non c'era più, perché aveva le ali come un angelo e adesso è in un posto migliore." Nessun emendamento è assoluto ha detto il Presidente Biden, che nelle prossime ore, verrà qui a portare conforto le famiglie delle vittime e a chiedere al Congresso leggi più restrittive e controlli più severi. Il suo predecessore Trump invece andrà, provocatoriamente, a Huston al Festival della lobby delle armi per denunciare la strumentalizzazione della strage e buttarla in politica, incendiando gli animi in vista delle prossime elezioni.























