Il mare ha restituito tre corpi. 81 sono le vittime accertate del naufragio di Pylos. C'erano circa 750 persone stipate a bordo del peschereccio filmato dell'agenzia Frontex, la mattina precedente al naufragio. 9 gli arresti, posticipati di un giorno gli interrogatori di garanzia, i legali hanno chiesto tempo per valutare le testimonianze di altrettanti migranti, provenienti da Siria e Pakistan, ascoltati nei giorni scorsi. Nelle carte si farebbe riferimento all'intervento della Guardia Costiera, alcuni sopravvissuti avrebbero raccontato che il naufragio sarebbe avvenuto dopo che la vedetta ha legato il peschereccio trascinandolo. Tra le accuse per gli indagati traffico internazionale di esseri umani, tutti si dichiareranno innocenti. I parenti delle vittime non si danno pace, vagano dal porto all'ospedale, ecco alcuni dei superstiti dimessi, usciti dal retro del nosocomio, non li hanno mostrati. Sulla barca c'erano tanti minorenni, come Fedi che ora vive a Milano. "Cerco mio zio, è da quasi una settimana che non lo sento, quando ho sentito quello che è successo sono venuto subito in Italia per trovarlo, al momento non ho trovato niente, sono 36 persone dal mio paesino, quelli che sono rimasti vivi adesso, quelli che già abbiamo visto sono solo sei, sette gli altri non sappiamo se sono ancora vivi o se sono morti." Sono arrivato dalla stessa strada, dalla Libia con la barca fino a Lampedusa." "Quanti anni avevi?" "Ho 19 anni, sono venuto minorenne. Mi hanno trattato con con il Kalashnikov, però sulla barca tu devi stare qua, non devi fare niente, uno vicino all'altro, è una cosa difficile. Sono stato con la comunità mi hanno aiutato per tante cose, sono stato bene, adesso ho il mio lavoro, ho la mia casa, ho tutto. Non c'è niente, cosa dobbiamo fare non possiamo vivere lì." La sua non è che una comune storia di tragica normalità.