Il report che restituisce speranza al mondo è pubblicato qui sul Nature. La Cina, capofila della pandemia, è anche quella che prima di tutti riesce a certificare la conferma che alla scienza mancava: i pazienti guariti dal Covid-19 producono anticorpi contro il virus. La ricerca condotta dal Chongqing Medical University si basa sulle evidenze emerse dallo studio su 285 pazienti, tutti guariti dal Covid e tutti, sebbene, in quantità diverse, sviluppatori di anticorpi specifici contro il virus dopo circa 19 giorni dalla comparsa dei sintomi. Insomma, il nostro sistema immunitario reagisce al coronavirus, ma in che modo e per quanto tempo, resta da capire. Non è una notizia cattiva, è una notizia buona, perché ci dice che probabilmente, io la vado sempre in prospettiva vaccino, ci dice che effettivamente se noi riusciamo a trovare le vie dopo la proteina che riesce ad evocare, come dire, una produzione anticorpale, gli anticorpi potrebbero comparire. Speriamo che questi anticorpi siano veramente neutralizzanti e protettivi, e magari a lungo termine. Di certo lo studio cinese sugli anticorpi apre spiragli, a detta di tutti gli scienziati del mondo, molto importanti. Finora era stata l'Organizzazione Mondiale della Sanità a dire che non sarebbe stato possibile immaginare una patente di immunità per i pazienti guariti. In effetti è ancora così, ma le cose cambierebbero se e quando si riuscirà a capire se gli anticorpi che sviluppiamo sono protettivi e per quanto tempo. Nell'immediato somiglia invece a una certezza l'utilità del test sierologico. Sono gli stessi scienziati cinesi nello studio a evidenziane l'efficacia. Consentiranno la diagnosi di pazienti sospetti covid risultati negativi al tampone e aiuteranno a identificare le infezioni in soggetti asintomatici.