Giustizia per Moumitha Debnath, la dottoressa tirocinante di 31 anni stuprata e brutalmente uccisa la notte del 9 agosto a Calcutta nel Bengala occidentale, mentre era in turno all' ospedale. Questo chiedono a gran voce da oltre un mese le migliaia di persone che si riversano nelle strade questo pretendono i medici specializzandi che scioperano dall'11 agosto paralizzando gli ospedali pubblici indiani. Tutti gridano: "Reclame the night", reclamare la notte. Un'ondata di indignazione di fronte all'ennesimo agghiacciante stupro che ora raccoglie i primi frutti; dopo le blande promesse delle autorità. Il governo del Bengala occidentale ha infatti rimosso il commissario capo della polizia di Kolkata accusato dei medici degli ospedali pubblici di cattiva gestione se non addirittura di complicità nel caso della giovane collega uccisa. Rimossi anche due alti dirigenti dei servizi di sanità pubblica, il direttore della facoltà di medicina e quello dei servizi. Il corpo della giovane dottoressa venne scoperto all'alba nel Ospedale Universitario; nonostante le gravi ferite e gli evidenti segni di violenza sessuale, la prima versione tentò di insabbiare la verità; alla famiglia venne detto che la vittima si era suicidata. Un'aberrante falsità smentita dall'autopsia che confermò omicidio, brutale stupro di gruppo. Quella notte, la dottoressa durante il suo turno di 36 ore aveva cercato una zona tranquilla dove potersi riposare e si era diretta verso l'aula dei seminari dove avvenne l'aggressione e la morte. Il suo è stato l'ennesimo caso di violenza contro le donne in India. Sono stati oltre 30mila gli stupri denunciati nel 2022, 90 al giorno, spesso con esiti mortali e molti sono ai danni di bambine; un fenomeno molto diffuso nel paese scarsamente perseguito. La percentuale di condanne è dello 0,3%. Le promesse di cambiamento, le leggi varate fino ad oggi sono state solo dei palliativi.