I continui bombardamenti a Khartum, capitale del Sudan, incorniciano il nuovo impegno dell'esercito al cessate il fuoco di 24 ore. Non si tratta di una guerra civile ma di una lotta di potere. I cittadini fuggono o si nascondono, mentre le forze militari e paramilitari dei due generali un tempo coalizzati al Governo combattono nelle strade. Proiettili ed esplosioni minacciano le case dei cittadini, le cui condizioni sono sempre più critiche. Le scorte di cibo sono in diminuzione, la corrente elettrica è alternata, manca l'acqua, gli ospedali sono stati devastati. Le associazioni umanitarie sono in difficoltà a prestare aiuto, come testimonia la portavoce della Croce Rossa per la Regione africana. La struttura di Medici Senza Frontiere nel Darfur è stata saccheggiata, forniture mediche comprese. I diversi Governi hanno iniziato a pianificare l'evacuazione dei propri cittadini dal Sudan, molti dei quali residenti nella capitale da cui è in corso una fuga di massa. Secondo una valutazione provvisoria delle ambasciate occidentali a Khartum almeno 270 civili sono stati uccisi da sabato, giorno di inizio delle ostilità. Tra le influenze e gli interessi stranieri nel Paese, l'intelligence francese riferisce la presenza del gruppo Wagner vicino alle milizie paramilitari RSF. Il leader delle forze mercenarie Prigozhin ha però ufficialmente smentito.