L'esercito sudanese ha annunciato che i diplomati cittadini di Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia e Cina lasceranno il Sudan a bordo di aerei militari. Nel Paese intanto, si continua a combattere. Leaders di tutto il mondo hanno fatto appello nelle scorse ore al Generale Abdel Fattah Al-Burhan a capo del Sudan e del suo esercito regolare che da giorni combatte contro i paramilitari rivali delle Forze di Supporto Rapido. Hanno chiesto di garantire l'evacuazione degli stranieri intrappolati nella Capitale Khartum. Gli italiani, al momento nel Paese, sono circa 200. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani su Facebook e Twitter ha scritto che l'ambasciata è operativa ed in contatto con i nostri cittadini e ha parlato di situazione complicata. I militari sudanesi avrebbero dunque acconsentito a un coordinamento con i governi stranieri. La tregua che loro stessi avevano però annunciato per celebrare la fine del mese del digiuno sacro di Ramadan non ha mai tenuto e per strada, la violenza continua. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbero morti più di 400 persone tra cui, nelle scorse ore, un operatore delle Nazioni Unite ed un cittadino americano. Con l'aeroporto internazionale chiuso nel cuore degli scontri, i jet da guerra dell'aviazione nei cieli, alcuni governi stranieri, Arabia Saudita e Giordania, ha fatto sapere l'esercito sudanese, avrebbero optato per evacuazioni via terra attraverso la città di Port-Sudan sul Mar Rosso. I viaggi attraverso il Paese però sono estremamente pericolosi, tanto che la maggior parte dei governi stranieri ha raccomandato ai propri cittadini di evitare spostamenti e restare al chiuso. L'ambasciata americana ha avvisato: "Qualsiasi evacuazione via terra avviene a rischio e pericolo di chi intraprende".