Taiwan, sale bilancio vittime, ministro degli esteri contro la Cina: finta solidarietà

Il rischio che lo sciame sismico provochi il collasso di altri edifici e la caduta di nuove frane, nella zona delle montagne orientali di Taiwan, nella contea di Hualien, in cui sono ancora intrappolati decine di minatori, è altissimo. Per questo le operazioni di soccorso procedono con estrema prudenza. Dopo il sisma di mercoledì, il più potente degli ultimi 25 anni, nelle ultime ore alcune persone sono state tratte in salvo da una grotta molto popolare fra i turisti, scavando a mani nude. I feriti sono oltre 1.100, e ci sono altre centinaia di persone intrappolate in un hotel e centro turistico nel parco nazionale di Taroko, con cui i soccorritori sono riusciti a stabilire contatti. Nella notte sono state registrate oltre 50 scosse. Lo sciame potrebbe durare settimane, forse mesi, secondo l'agenzia nazionale per la gestione dei disastri, e questo complicherà ulteriormente le operazioni di soccorso. Nella città di Hualien gli operai hanno iniziato a demolire l'Uranus Building, l'edificio di dieci piani che il terremoto ha inclinato, dopo che metà del suo primo piano è crollato per la scossa, rendendolo testimone silenzioso della distruzione. Intanto, il cordoglio e l'offerta d'aiuto espressi nelle ore immediatamente successive al terremoto dalla Cina sono stati ripresi dal Ministro degli Esteri di Taiwan, che ha sollevato una dura polemica su quella che ha additato come finta solidarietà. La Cina, accusa il ministro, è brava a dire cose e fare il suo contrario. Il riferimento, neanche a dirlo, è alla continua pressione militare di Pechino sull'isola ribelle.