La prima tappa negli impegni mediterranei di Antonio Tajani è la Turchia ed è forse quella che alla fine si dimostra con meno incognite per la diplomazia italiana. "Amico Antonio" lo chiama infatti a più riprese il suo omologo Chavushoglu ad Ankara di fronte alla stampa internazionale. Sul tavolo dei colloqui ci sono i €21 miliardi di import-export tra i due paesi che si punta a fare arrivare presto ai 30 del periodo pre-crisi. Ma soprattutto ci sono i nodi dell'agenda del Governo italiano: dall'energia, all'Ucraina, alle migrazioni. Ed è proprio su questo punto che Tajani insiste come quello di maggior convergenza con la Turchia. "Per quanto riguarda la Libia sia l'Italia e la Turchia hanno una visione comune. Vogliamo che si arrivi alla stabilità di quel paese perché siamo entrambi convinti della necessità che si debba arrivare ad elezioni che permettano al paese di governarsi". Ed è proprio sul contrasto ai trafficanti di esseri umani che secondo il Ministro degli Esteri Antonio Tajani la Turchia potrebbe fare la differenza, grazie anche alla presenza di Ankara sul suolo libico. La stabilizzazione della Libia è fondamentale per l'Italia e il percorso è quello già descritto dalle Nazioni Unite con il quale si spera di arrivare al più presto a quelle elezioni che contribuiscano alla riunificazione del paese per ora frammentato tra Tripoli, Bengasi e il Parlamento di Tobruk, con i relativi paesi sostenitori. Per questo le prossime missioni porteranno Tajani in Tunisia ed Egitto in preparazione di un viaggio in Libia dove il responsabile della Farnesina possa incontrare tutti gli attori presenti. In Turchia però i colloqui sono stati focalizzati anche sull'Ucraina dove la mediazione di Ankara si concentra ora sulla trattativa in merito alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.