Nuove sentenze di morte vengono emesse dal tribunale di Teheran, sordo ai richiami dell'Unione Europea e dello Occidente che chiedono al paese degli Ayatollah di fermare le esecuzioni capitali. Altri manifestanti sono stati condannati a morte per aver ucciso tre agenti di polizia nel corso delle proteste per la morte di Mahsa Amini, la ragazza curda iraniana deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per aver indossato il velo non in modo corretto. Tre di loro sono accusati di attacco terroristico armato e di aver minato la sicurezza del paese utilizzando armi e guidando un gruppo criminale. Condannati per "moharebeh" il reato che il regime da decenni utilizza per punire chi offende l'Islam. E così si procederà sempre con punizioni esemplari, ha dichiarato la guida suprema Ali Khamenei, rivolgendosi ai manifestanti e aggiungendo che la mano degli stranieri americani ed europei nelle rivolte è così ovvia che non può essere ignorata. Ma intanto le proteste non si fermano. Da quasi 4 mesi i cittadini sfidano il regime per chiedere libertà e democrazia. Davanti alla prigione di Karaj il popolo si è presentato per protestare contro la pena di morte inflitta a due prigionieri, Mohammad Broghani e Mohammad Qabadlo. Nel video si sentono poi spari della polizia contro la folla. Sono state finora 4 le esecuzioni capitali ufficialmente riferite, oltre 500 i cittadini che hanno perso la vita durante le proteste antigovernative, secondo quanto riportato dalle ONG. La Ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha convocato di nuovo l'Ambasciatore iraniano nel suo Ministero per rimarcare che la repressione brutale in corso in Iran non può restare senza conseguenze.