Potrebbe essere la peggior tempesta polare della storia di New York. I meteorologi l'hanno ribattezzata Orlina e sta gelando 80 milioni di Americani, investendo la costa nord-orientale del continente. Da Washington a Filadelfia, passando appunto per New York, su fino a Boston, soffia da oltre 24 ore dall'Artico con raffiche a 70 chilometri orari e temperature glaciali. Le autorità locali hanno dichiarato lo stato di emergenza, ha invitato la popolazione a fare provviste e barricarsi in casa con torce e batteria a sufficienza perché la situazione, ha detto il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo, è pericolosa e mette a rischio la vita delle persone. Davanti a Orlina anche l'urgenza più pressante come la campagna vaccinale si deve fermare, in città le somministrazioni sono state interrotte per due giorni. E poi scuole chiuse fino a mercoledì, divieto di circolazione almeno fino all'alba di martedì, anche se si era disperatamente cercato di evitarlo. Per non bloccare la circolazione sono stati pretrattati 800 chilometri di strade, impiegati 2000 spazzaneve come questo e 700 spargisale in tutta la città. Manhattan è ancora più deserta e surreale, tanto da sembrare il set di un film apocalittico. Fermi dunque i trasporti pubblici, cancellati la maggior parte dei voli dell'aeroporto Kennedy, a terra centinaia di aerei tra New York e Filadelfia e Boston. Ordine di serrata anche per i ristoranti, molti bar e negozi si sono accodati, sapendo che in giro non ci sarebbe stato nessuno. Scene da una metropoli ricoperta da oltre mezzo metro di neve, fiabesca solo se te lo puoi permettere. Un senzatetto si trascina con una coperta sulle spalle lungo Park Avenue, il viale più elegante del posto più ricco del mondo. Un tizio attrezzato di tutto punto, fa sci di fondo sulla quinta strada fra Tiffany e Armani. Davanti alle paperelle del lago ghiacciato di Central Park, bambini e genitori giocano con slittini e snowboarder. Strappano un brandello di normalità a una città che da un anno non ha più molta.