Alcune persone sono morte mentre spalavano la neve, altre sono state trovate esanimi all'interno delle loro auto o nelle loro case gelide, altri ancora hanno perso la vita dopo essere scivolate dai tetti che stavano cercando di liberare dal peso del ghiaccio. Più di diecimila chilometri separano Buffalo, nello stato di New York, e la provincia di Niigata, centinaia di chilometri a nord di Tokyo. Due tra le zone più colpite dall'ondata di gelo artico che da giorni sta mettendo in ginocchio Stati Uniti, Canada e Giappone. Eppure il bilancio, se pure ancora provvisorio, è pesantissimo in entrambi i casi. Negli USA, i morti sono decine circa la metà della sola Buffalo; migliaia di persone sono senza corrente e riscaldamento isolate nelle proprie case che i servizi di emergenza fanno fatica a raggiungere. Eccola la vita ai tempi della crisi climatica. É una guerra contro Madre Natura, come l'ha definita Kathy Hochul, la governatrice di Buffalo che aveva dichiarato lo stato di emergenza appena prima di Natale, e, che ora, ha prorogato il divieto di circolazione per altre 24 ore. Lo “snowmageddon" ha provocato vittime e danni anche in Vermont, Ohio, Missouri, Wisconsin, Kansas e Colorado. Ma è al Montana che la colonnina di mercurio ha toccato le temperature più basse raggiungendo i -45 gradi. Situazione simile in Giappone dove in alcune aree è caduta 3 volte la quantità di neve che normalmente si registra in questo periodo dell'anno causando morti e feriti. Le pesanti nevicate hanno generato blackout elettrici lasciando al freddo e al buio migliaia di abitazioni, mentre decine di treni e voli sono stati sospesi e poi ripristinati, come ha riferito il Ministero dei Trasporti. Paura anche nelle zone costiere del nord del Paese e in quelle che si affacciano sul mar del Giappone a est dove l'agenzia meteorologica ha segnalato possibili venti forti e grosse onde.























