Sono durissime le parole del Presidente turco e lasciano presagire un possibile scontro armato nel Mediterraneo orientale, proprio mentre navi da guerra e missili sono predisposti al lancio al largo di Cipro e presso l'isola greca di Kastellorizo, a soli due chilometri dalle coste turche. Eppure, poche ore dopo quelle minacce, in una telefonata con il Presidente americano Donald Trump, che ha avuto colloqui telefonici separati sia con il Presidente turco, che con il Premier greco, Erdogan si sarebbe detto pronto a ridurre le tensioni e a dialogare, secondo quanto riportato in una nota dalla Presidenza turca. Ma intanto sul campo si consuma una pericolosa sfida a distanza ravvicinata, in queste acque, scaturita dalla disputa per l'esplorazione turca alla ricerca di idrocarburi all'interno della zona economica esclusiva greca, mai riconosciuta da Ankara. Atene risponde con il primo ministro Mitsotakis, che annuncia in Parlamento un disegno di legge con il quale la Grecia estenderà la sua zona costiera a ovest da 6 a 12 miglia, proprio mentre sono in corso esercitazioni navali a cui partecipa anche l'Italia con la Francia, al fianco di Cipro e Grecia e con la Turchia, che ha invece fatto sapere di aver condotto operazioni con un cacciatorpediniere della Marina statunitense. Uno scontro che ha origini lontane, inasprito in queste ore da un Risiko che si gioca sulla definizione dei confini delle rispettive acque territoriali e sui diritti per lo sfruttamento dei giacimenti sottomarini di gas e petrolio. Una questione così rovente da aver occupato gran parte del Consiglio informale dei Ministri degli Esteri e della Difesa dell'Unione Europea, con ripetuti inviti al dialogo dell'Europa e della NATO e molti Paesi in pressing sulle sanzioni.