Un raid antiterrorismo finito male oppure un'operazione senza scrupoli condotta senza il rispetto delle regole internazionali. Da qualunque punto di vista lo si voglia vedere, il massacro di Janin in Cisgiordania di sicuro è il numero dei alcuni dei quali nulla avevano a che fare con il motivo del raid condotto dallo Shin Bet, cioè eliminare tre terroristi. Ora, messa da parte la ricostruzione del blitz, restano le polemiche che vendono l'ANP muovere un primo passo significativo. Il Presidente dell'autorità Nazionale palestinese, Abu Mazen, ha convocato una riunione di emergenza della leadership a Ramallah mettendo fine al coordinamento sulla sicurezza con Israele. Il Vice Primo Ministro dell'ANP Nabil Abu Rudeineh ha denunciato l'assenza di potere e il silenzio internazionale che incoraggia il governo dell'occupante a commettere massacri contro il nostro popolo. Da parte sua Hamas, la formazione islamista che ha il controllo della striscia di Gaza, ha lasciato strali contro lo stato ebraico. Israele pagherà il prezzo per il massacro di Jenin, ha detto il numero due del partito Saleh al-Arouri, la nostra Resistenza non si spezzerà e la risposta arriverà presto, ha concluso. Il Premier Benjamin Netanyahu ha risposto che non è intenzione dello stato ebraico alzare il livello dello scontro anche se poi ha aggiunto di avere istruito le forze di sicurezza a prepararsi per ogni possibile scenario. Non ci sono città rifugio per i terroristi, si legge in un comunicato che conclude, ovunque l'autorità palestinese non eserciti la sua autorità saremo costretti a entrare per sventare attacchi terroristici. Tenta di spegnere le fiamme di un incendio che divampa da qualche giorno, il Segretario di stato americano, Antony Blinken, che ha in programma una visita nell'area, è sua intenzione incontrare sia israeliani che palestinesi sottolineando la necessità di ridurre le tensioni per uno stop delle violenze che hanno causato troppe vittime innocenti.