Lo scontro aperto è aperto, con una crisi internazionale in costante evoluzione. Ora anche la condanna del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il dossier bielorusso, sul caso di Roman Protasevich, si arricchisce di un nuovo capitolo. In una dichiarazione, al termine della riunione a porte chiuse del Consiglio, Estonia, Irlanda, Francia, Belgio, Germania, Norvegia, Gran Bretagna e Stati Uniti, hanno definito l'incidente: senza precedenti, inaccettabile. Questi atti sono un palese attacco alla sicurezza dell'Aviazione Civile Internazionale e alla sicurezza europea e mostrano un flagrante disprezzo per il Diritto Internazionale. Questo il messaggio diretto a Minsk e Alexander Lukashenko. Chiesta poi un indagine urgente sulla Bielorussia da parte dell'Organizzazione Internazionale dell'aviazione Civile. E così aumenta l'attenzione sul caso del volo Ryanair, dirottato è fatto atterrare a Minsk. Qui l'arresto del giornalista e attivista Protasevich, considerato delle autorità bielorusse, una minaccia. La reazione internazionale ha visto, prima le misure di limitazione ai voli da e per la Bielorussia, poi la promessa di nuove sanzioni. Lukashenko, da parte sua, reagisce, difendendo le sue azioni definendole legittime e si parla di una sorta di contro embargo alle merci europee. Minsk, punta a sua volta il dito, l'Occidente, secondo l'ultimo intervento di Lukashenko, vuole destabilizzare la Bielorussia. Protasevich era un mercenario sulla lista dei ricercati per per terrorismo e arrestarlo era un diritto, le parole che sono arrivate dallo stesso Lukashenko, che aveva parlato anche di un allarme bomba sull'aereo. E così la tensione, che resta alta, in attesa delle prossime mosse di Minsk. In mezzo, ancora le polemiche per il dirottamento del volo Ryanair 4978 Atene-Vilnius, il punto interrogativo sul destino di Roman Protasevich e i rapporti tra l'Occidente e la Bielorussia di Lukashenko.