Ormai non passa giorno che non registri nuovi motivi di tensione tra Stati Uniti e Cina. Ed è guerra fra spie: Tang Juan, ricercatrice cinese di biologia, avrebbe cercato in tutta fretta riparo al consolato cinese a San Francisco, avendo l'FBI alle calcagna. Motivo della fuga: l'accusa è quella di aver mentito sui suoi legami con apparati militari dell'impero del Dragone. Nella documentazione raccolta dai federali, compaiono anche altri nomi di persone con legami accertati con l'esercito cinese, accusate di essere andati in California per impossessarsi di proprietà intellettuale da istituti ed eventi universitari. Motivazione analoga a quella che ha spinto le autorità a chiedere l'immediata chiusura del consolato generale cinese a Houston, in Texas, sospettato di essere una centrale di spionaggio. Secondo quanto avrebbe ricostruito la polizia locale, il fuoco sviluppato due giorni fa nel cortile della sede diplomatica, altro non sarebbe stato che un falò di documenti bruciati in fretta e furia da funzionari del consolato. Uno scontro, quello tra Usa e Cina, sempre meno parole e sempre più nei fatti. Schermaglie, finora, per carità, ma da non sottovalutare, dalla guerra dei dazi alla questione 5G, dal virus definito cinese dal Presidente Donald Trump alle accuse di violazioni di diritti umani mosse dal Segretario di Stato Mike Pompeo per Hong Kong e per la minoranza musulmana e turcofona degli auguri dello Xin Jean, senza dimenticare l'ipotesi di divieto dell'uso di Tik Tok negli Stati Uniti. Nei mesi sono moltiplicati tra i due paesi i motivi di frizione e un occhio particolarmente attento va rivolto alla situazione nel Mar cinese meridionale, lasciata a languire per anni, sembra ora riprendere vigore quella che i giapponesi già nel 2007 avevano pomposamente ribattezzato la NATO d'Oriente, la QUOD, diminutivo di quadruplice. Da inizio settimana navi da guerra statunitensi stanno compiendo esercitazioni con la Marina di Nuova Delhi, il principale rivale di Pechino nell'area nell'Oceano Indiano e nel mare delle Filippine con giapponesi e australiani. Due Nazioni da tempo in forte allarme di fronte alle mire espansionistiche cinesi.