La terra ha tremato ancora in Afghanistan: questa volta l'epicentro del terremoto è stato nel Nord, vicino alla città di Mazar-i Sharif, dove è stata anche danneggiata la Moschea Blu, una meraviglia costruita nel XV secolo e considerata uno dei luoghi più sacri del paese e uno dei pochi siti turistici con i minareti e le spoglie del cugino e genero di Maometto. Con magnitudo 6.3 il sisma è uno dei più violenti degli ultimi anni in un paese ad alto rischio sismico. L'ultimo terremoto a fine agosto, insieme alle scosse di assestamento, provocò oltre 2.000 morti. In questo caso il bilancio è ancora provvisorio e il numero di morti e feriti è destinato a salire, perché le squadre di soccorso stanno ancora raggiungendo i luoghi più remoti delle province di Balkh e Samangan, le più colpite. I soccorritori, dove possono, cercano di estrarre i sopravvissuti da sotto le macerie e anche a mani nude, mentre tutti gli ospedali sono stati messi in stato di massima allerta per accogliere le centinaia di feriti. Il terremoto ha causato interruzioni di corrente in tutto il paese, inclusa la capitale Kabul. Fare fronte a questi terremoti è una grande sfida per l'amministrazione dei talebani che deve affrontare varie crisi, dal crollo degli aiuti stranieri che colpisce una economia già debolissima alla deportazione di massa di circa 1 milione di rifugiati afgani cacciati dall'Iran e dal Pakistan. .























