Il peggior disastro da 100 anni a questa parte, sottolinea il responsabile dei soccorsi delle Nazioni Unite, perché i numeri potrebbero addirittura raddoppiare, in un Paese già piegato dalla guerra e da una profonda crisi umanitaria. Dopo i primi sei camion, giunti giovedì in Siria, a Beirut sono arrivati i primi aiuti italiani, destinati alle zone controllate dal governo del presidente Assad. Una tranche, la prima, da parte di un Paese europeo. 30 tonnellate di materiale medico, incluse quattro ambulanze e un team di quattro dottori. In queste ore, il trasferimento a Damasco, poi la distribuzione nelle aree più colpite, da Aleppo fino a Tartous, ma è nei territori controllati dai ribelli che la preoccupazione è maggiore, non solo per i soccorsi, ma anche perché da queste zone non arrivano informazioni su danni e vittime. Una situazione esplosiva, dunque, dove i campi profughi della guerra sono stati presi d'assalto dai terremotati e dove mancano cibo, farmaci e tutto il materiale necessario per fronteggiare anche l'ondata di gelo, che sta colpendo il Paese. Come se non bastasse, oggi un nuovo attacco da parte dell'ISIS nella Siria centrale. Attacco che ha fatto strage fra i civili. Tutti facevano parte di un gruppo, impegnato a raccogliere tartufi nella zona di Palmira, nella campagna orientale di Homs.