È ministro degli Esteri Antonio Tajani a spegnere la flebile speranza di ritrovare ancora in vita dopo 11 giorni il consulente orafo veneto di 60 anni Angelo Zen, in Turchia per lavoro quando si è verificato il sisma roprio nella città epicentro del terremoto, un milione di abitanti completamente rasa al suolo. Zen si va ad aggiungere alle vittime, al momento quasi 42 mila, di un bilancio in continuo aggiornamento dove non sono mancati però salvataggi miracolosi come quello della diciassettenne estratta viva dopo 248 ore nella provincia turca di Adiyaman o di tanti bambini spesso piccolissimi trovati vivi sotto i crolli. Per tanti di loro, rimasti orfani, c'è ora però il rischio di essere rapiti. Intanto si continua a scavare mentre sono migliaia gli sfollati per uno dei più devastanti terremoti che il Paese ricordi da un secolo a questa parte. Ecco perché l'ONU, con il Segretario Generale di Stato Guterres, ha lanciato un appello umanitario per un miliardo di dollari di aiuti per dare assistenza per tre mesi ad oltre 5 milioni di persone. Aiuti già arrivati sia in Turchia che in Siria. Aiuti che vedono anche il nostro Paese in prima linea, dopo la nave San Marco della Marina Militare salpata dal porto di Alessandretta e diretta a Beirut con tende e brandine destinate alla popolazione siriana, anche un'altra nave partita dal Porto di Trieste alla volta di Mersin in Turchia, 35 container che saranno consegnati alle autorità turche.