Timeline, bombardamenti iraniani sull'ospedale di Be'er Sheva

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18 giorni fa

Buon pomeriggio, bentrovati, allora comincia um timeline quest'oggi, questi, gli argomenti che tratteremo quest'oggi, cominceremo naturalmente non possiamo non partire da qui, dalla guerra fra Israele e Iran con gli attacchi e i bombardamenti reciproci. L'ospedale israeliano colpito, le minacce dirette alla, um guida suprema iraniana e l'attesa per le decisioni di Trump, dopo le indiscrezioni secondo cui gli Stati Uniti sarebbero pronti ad affare. Tel Aviv nel conflitto per colpire il sito nucleare iraniano sotterraneo. Poi la cronaca con gli sviluppi del giallo di Villa Panfili a Roma, um sono state identificate come leggete, le vittime hanno finalmente questa un'identità, la donna e la bambina ritrovate morte, a pochi metri di distanza ormai quasi due settimane fa, ci occuperemo anche delle novità però, sul caso Garlasco con l'incidente probatorio che continua, a Milano. Gli aggiornamenti dei nostri colleghi che stanno seguendo i vari casi di cronaca. Infine i vaccini e i rischi che corre, chi per leggerezza, per dimenticanza, ma anche per convinzione, non li fa. Metteremo il fuoco in particolare sull'ambito pediatrico con il caso della bambina di Firenze finita in rianimazione dopo aver preso una grave forma di morbillo. Sentiremo l'opinione del virologo Prliasco che sarà nostro ospite nell'ultima parte di Timeline. Cominciamo dunque con la guerra tra Israele e Iran. Nell'ultima ondata di suoi bombardamenti Israele ha colpito il reattore nucleare ad acqua pesante di Araq, un impianto che serve a produrre plutonio. Tel Aviv ha anche detto di aver colpito il sito di Natans, dove a detta di Israele, si troverebbero impianti che consentono di accelerare il programma nucleare di Teheran. L'Iran ha risposto bombardando il grande ospedale Soroka, nel sud di Israele, colpendo anche i sobborghi di Tel Aviv. Cominciamo con il resoconto di quello che è accaduto nelle ultime ore con Flavia Cappellini che è stata nelle zone colpite. quattro siti sono stati colpiti in Israele, tre nell'area centrale del paese, uno addirittura a Tel Aviv, nel quartiere di Ramat Gan, dove è stato colpito, un grosso edificio residenziale e lì le operazioni di soccorso sono durate parecchie ore, per estrarre appunto chi ancora si trovava sotto le macerie, un altro posto colpito, dove ci siamo recati in mattinata. Oon, anche qui una un quartiere residenziale, un edificio residenziale e poi soprattutto l'ospedale di Soroka Beerscheva, nel sud del paese, dove ci troviamo in questo momento colpito l'edificio che serviva come reparto di chirurgia. Ma i primi gli ultimi tre piani di questo edificio erano stati evacuati proprio ieri per considerazioni di sicurezza. Ed è una fortuna perché altrimenti questa sarebbe stata una strage, il missile iraniano è ancora incastrato appunto, nei primi due piani. Ora in questo posto è arrivato anche il presidente dello Stato di Israele, um Herzog, che ha um diciamo detto delle parole molto forti, ha detto che Israele deve continuare a combattere, che Israele non smetterà di combattere. fino ad eliminare la minaccia contro l'Iran è peraltro una posizione che secondo gli ultimi sondaggi, è appoggiata dall'ottantadue per cento degli israeliani di religione ebraica, molta più bassa la percentuale delle persone che appoggiano continuare le ostilità nella guerra contro l'Iran tra gli israeliani di religione musulmana e peraltro si è espresso il Leader del partito Arabo alla Knesset Tahar, dicendo che um c'è una condanna dura e forte da parte della comunità, um musulmana israeliana nei confronti di questo attacco in questo ospedale, nell'ospedale di Soroka, ma che i musulmani de israeliani condannano ogni attacco in ogni ospedale e che, ovviamente c'è una parte della popolazione israeliana che ancora spera per una risoluzione pacifica al conflitto mediorientale. Grazie a Flavia Cappellini, queste davvero le ultime notizie che arrivano da Israele. Io ringrazio e saluto i nostri ospiti Farian Sabi che è storica e orientalista all'Università degli studi dell'Insubria e Giovanni Castellaneta ex ambasciatore negli Stati Uniti e in Iran. Bentrovati entrambi. Buongiorno. Buongiorno a tutti. allora Ambasciatore, gli Stati Uniti starebbero valutando, lo dicevamo prima, l'entrata diretta in guerra. Sappiamo che l'aviazione americana possiede un tipo di bomba che è l'unica esistente che sulla carta sarebbe in grado di distruggere il sito sotterraneo iraniano di Fordo, um altrimenti irraggiungibile. Che cosa ha in mente, secondo lei il presidente americano? Mah credo che il presidente deciderà all'ultimo minuto, sulla base di valutazioni politiche, economiche, secondo poi il il suo intuito um, Inviare um degli aerei americani sul territorio iraniano e quindi sganciare queste bombe di potenza enorme, Sarebbe per lui quasi una sconfitta dopo cinque mesi da dall'insediamento, quando ha sempre parlato di di mediazione, il miglior mediatore del um del mondo che, dopo cinque mesi invece dalla dall'Ucraina a Gaza e adesso con con l'Iran, poi alla fine si risolve in una, in una battaglia aerea. Quindi credo che lui queste cose le sa benissimo e cercherà fino all'ultimo di conciliare le varie situ. aiutare Israele da una parte, ma anche contrastare um um all'interno una un'ala del Partito Repubblicano che si oppone all'intervento um in Iran e deciderà deciderà la fine. Nel frattempo ci sono negoziati in corso, negoziati sia ufficiali sia molto probabilmente negoziati più riservati per arrivare ad una soluzione che, che salvi la faccia ai due contendenti, all'Iran e a Israele che deve essere convinto che l'Iran non rappresenta più una minaccia per la sua assistenza e al regime iraniano che in qualche modo dovrà uscire da questa crisi. Nel frattempo il popolo iraniano soffre, ci sono molte vittime iraniane come soffre il p- il popolo israeliano, è una situazione incandescente, esplosiva um si potrebbe dire nel quale veramente siamo un po' al limite di una catastrofe in tutta la regione. A proposito di vittime iraniane vi dico che secondo alcune ONG che stanno operando nell'area, le vittime da parte iraniana in questo momento sarebbero quasi 700 dagli inizi, um dei bombardamenti israeliani. Sabah, lei ha origini iraniane, ha ancora parenti e amici del paese? Ma io sono cittadina iraniana e italiana, sono riuscita a portare fuori mio padre che sta arrivando in questo momento a Torino, l'aereo che ha portato lui e amici e conoscenti da Baku a Malpensa è atterrato oggi alle 11:10. A Teheran rimangono ovviamente parenti, amici, tantissime persone che conosco, e ritengo che le guerre non vadano innescate, iniziate in base all'intuito di un presidente, in questo caso del presidente statunitense Trump. Che um non può bombardare l'Iran in teoria senza aver prima chiesto al Congresso di autorizzare l'uso della forza militare. Questo lo ha scritto il board editoriale del New York Times, e le leggi statunitensi sono molto chiare su questo punto, perché in base alla Costituzione americana solo il Congresso ha il potere di autorizzare. Un attacco americano non ha provocato sull'Iran. Non sarebbe un'operazione militare speciale, come dice qualcuno, ma sarebbe una vera e propria guerra. E il New York Times ha precisato che decisioni come quelle su sé quando andare in guerra, sono difficili, sempre importanti e per queste ragioni la Costituzione non le attribuisce a una sola persona. Quindi credo che in questo momento, sia molto importante vedere che cosa deciderà anche il Congresso americano se dare l'okay o meno. Ritornando alla questione più strettamente iraniana, um allora ci ha raccontato del papà, ci ha raccontato dei contatti che ha ancora in Iran. Che impressione ha come l'opinione pubblica sta vivendo um questa guerra con Israele. cioè Uno potrebbe essere tentato, um di pensare che questo momento venga vissuto da parte del popolo iraniano come la possibilità di una liberazione da un regime, ma, um È veramente così oppure ci facciamo delle illusioni? Lei che cosa ne pensa? Sentendo appunto direttamente persone all'interno del paese. Ma all'interno del paese anche nella diaspora la posizione ormai è una posizione compattata nel senso, che gli iraniani dicono no Khamenei, no Netanyahu, no Repubblica islamica e no guerra, quindi, salvo qualche ristretta minoranza, penso ai monarchici, penso ai del popolo, anche nella diaspora, non c'è nessuno che chieda in questo momento di continuare a bombardare l'Iran, anche perché, Finché era l'attacco di venerdì notte della scorsa settimana con i droni che si sono sono stati prodotti in Iran, alla periferia di Teheran, um dalla in una fabbrica creata dal Mossad proprio dentro il territorio iraniano, si alzavano in volo, e um in contemporanea sono arrivati al piano in cui abitavano i vari capi dei Pasdaran, dello stato maggiore dell'esercito, in contemporanea hanno ammazzato nei loro letti questi personaggi invisi all'opinione pubblica, invisi, Alla popolazione, ma dopodiché i bombardamenti israeliani sono arrivati su Tehran, sulle altre città, hanno colpito le autostrade, le infrastrutture, i depositi di petrolio, in posti dove lavorano i civili, e rendendo tra l'altro molto difficile per la popolazione scappare perché ci sono state lunghissime code anche alle stazioni di carburante perché non c'era più carburante e in questo momento, È difficile trovare anche il pane a Teheran e um non funziona internet, quindi quello è un altro problema per tanti di noi che abbiamo parenti e amici perché non riusciamo a collegarci. Chi riesce mette mette proprio su WhatsApp, mette sui social, sono vivo, sono nel nord, la stessa cosa ha fatto il Nobel per la pace Nargh Mohammadi. Era è stata in carcere, è stata negli arresti domiciliari e proprio ieri ha annunciato sui social, su Instagram. che lei stava abbandonato la capitale teherana, ha rilasciato un'intervista dicendo, sono in una cittadina nel nord dell'Iran, la stessa cosa ha fatto Babak Karimi, um attore italo- iraniano, quindi insomma, ci stiamo seguendo l'uno con l'altro, la cosa importante però anche le voci più tenaci dell'opposizione dentro all'Iran e fuori dall'Iran, quindi anche, chi è costretto ad- chi è stato costretto in questi decenni ad andare in esilio, In questo momento sta dicendo no la guerra, no i bombardamenti su Teheran e sulle altre città. Tutti molto preoccupati anche al fatto che sia stato detto di sgombrare Teheran. Ma come fai a sgombrare una capitale che ha 20000000 di abitanti, e ha un diametro di 50 chilometri? Come fai, a portare fuori i prigionieri politici in carcere, come fai a portare fuori, Gli anziani, le persone malate, ma semplicemente c'è tanta gente che potrebbe scappare, ma non vuole scappare. Quindi la situazione è drammatica ed è un paese isolato, l'Iran, un paese che non ha alleati, un paese, dove però si è fatta sentire la voce dell'ayatollah Ali Sistani, Ali Sistani, È il più grande personaggio dell'Islam sciita e iraniano di origine, ma um vive a Najaf in Iraq e lui ha detto no all'assassinio di Khamenei, quindi l'importante è anche che si sia levata una voce all'interno del mondo sciita, del mondo religioso, ma nel frattempo si sono fatti sentire anche, I um paesi, sei paesi che compongono il Consiglio di, si il Consiglio di cooperazione del Golfo, quindi sono i pa- monarchi arabe del Golfo Persico. E in questo momento c'è soprattutto la diplomazia dell'Oman, ma anche della Svizzera che Però sul futuro dell'Iran, sul su come si possa immaginare chiaramente un nuovo equilibrio all'interno del pa- del paese, vorrei sentire anche l'opinione dell'ambasciatore Castellanena che tra l'altro è persona che conosce, molto bene il paese. um Ambasciatore le do però. materiali in più perché um a proposito della guida suprema, l'ayatollah Khamenei che um ha citato anche prima la nostra Farian Sabah, ha parlato il Ministro della Difesa israeliano Kats, che è stato a Holon, che è un sobborgo di Tel Aviv, che è stato colpito, um questa mattina da un attacco missilistico iraniano e ha detto che la guida suprema non può essere autorizzata a continuare a esistere niente meno. Sentite le sue parole innanzitutto. moderniamo. Ambasciatore si può immaginare un Iran senza la guida suprema Khamenei? che abbia. um È riuscito ad ass- a sentire la mia domanda. Volevo sapere se si può immaginare un Iran secondo lei senza la guida suprema Khamenei al comando. Mah um il sistema iraniano è molto complesso e poi va a, alla fine nella la guida la guida religiosa che ha al Khamenei. um Però c'è un c'è un governo, c'è un Presidente della Repubblica, c'è una struttura statale molto, um molto forte, quindi ci potrebbe essere un forse un ridimension. della della guida spirituale o addirittura anche una, sono il gli ayatollah che gli altri suoi colleghi che scelgono la la guida suprema. Difficile che possa essere esautorato, però appunto anche nel cleroscida ci sono diverse um, E come diceva informazioni, alcuni non vorrebbero che um il la il c- il clero si occupasse del de- del governo del um dello Stato, quindi ci potrebbe essere anche lì 11 cambiamento all'interno della, della gerarchia clericale um iraniana. È tutto un po' um da vedere, però non è difficile che ci possa essere un cambio di regime totale. Ci sarà una, in questo momento una continuità um, Nella um in quelle che sono le direzioni fino adesso um um portato davanti. um di recente um l- l'ex presidente della Repubblica Katam um, um Ha parlato di una transizione verso un governo meno fondamentalista, ma è, sono tutte cose che possono essere sviluppate all'interno del um del paese. Un attacco esterno probabilmente addirittura riesce a compattare la l'attuale l'attuale dirigenza, non, È un po' un'evoluzione dal punto di vista, ambasciatore dal suo punto di vista l'Iran può continuare a tenere il ritmo di bombardamenti come quelli che stiamo vedendo in questi giorni? Cioè quanto può durare questa situazione, diciamo? Mah credo che ap.se um con l'intervento americano se ci fosse sarebbe 11 cambiamento totale. Ma l'Iran ha anche altre, um altre maniere per um per reagire, cioè la l'arma diciamo totale quella di bloccare lo stretto di Ormuse, cioè il traffico delle um delle navi che trasportano il um il petrolio nello stretto Ormuso, il 30 percento del commercio mondiale pa- si passa, Davanti alle coste iraniane. C'è la possibilità di colpire impianti di raffinazione nel in tutto il paese, non c'è solamente la um i missili balistici che sono quelli che sono, l'arma più appariscente, ma un, un Iran colpito, un Iran ferito, può reagire in tante in tante maniere da quelle, della guerra asimmetrica a quella appunto di attacchi forti con armi convenzionali, non missilistiche. Oggi il Presidente russo Putin e il suo omologo, il cinese Xi Jinping hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale hanno condannato gli attacchi israeliani sull'Iran, hanno chiesto anche una soluzione negoziale del conflitto a livello europeo si teme che la guerra possa allargarsi allargarsi e che si finisca alla fine per perderne il controllo. Secondo anticipazioni domani i Ministri degli Esteri di Germania, Francia e Regno Unito, incontreranno a Ginevra l'omologo iraniano, il Ministro degli Esteri di Teheran, con l'obiettivo di convincere l'Iran a garantire che useranno l'arricchimento dell'uranio solo per scopi civili e non militari. Parliamo di questo con Renato Cohen che ci riferisce in diretta da Bruxelles. Renato. Sì Luigi, certamente la telefonata di- tra Xi Jinping e Vladimir Putin è forse diciamo, il la notizia dei um diplomatica di questa mattina più, um rilevante perché specialmente la Cina, specialmente il presidente cinese, Hanno um fatto un forte richiamo ad Israele affinché, um finisca con i suoi attacchi all'Iran, agli Stati Uniti affinché non entrino um nella guerra, in generale per la de-escalation, già la Cina n'è appena già da 2. Venerdì sc- um scorso aveva iniziato a dire che era molto preoccupata per quello che succedeva, adesso ha ha chiesto per esempio a tutte le parti, in particolare a Israele, um di um fermarsi, e ha chiesto alle grandi potenze di contribuire, Alla distensione e quindi c'è anche il richiamo agli Stati Uniti. Un richiamo che è stato fatto, anche da um Mosca, sia appunto nel comunicato ufficiale della telefonata in cui si dice Cina e Stati Uniti, scusate, Cina e Russia chiedono, um agli Stati Uniti di non intervenire, sia anche um da parte della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, Ministero degli Esteri russo, che ha detto, L'America stia in guardia dal um entrare in guerra accanto, ad Israele, più um diciamo sfumata sembra la posizione del Cremlino che anche sappiamo, in qualche modo mette insieme le due guerre in corso, anche quella ucraina, con Putin ad esempio, che ha detto, um la pace si può raggiungere solo con una mediazione di Donald Trump, forte del rapporto personale che c'è tra i 2. Per quanto riguarda l'Europa um sì, domani um i principali governi europei, quelli che tra l'altro hanno partecipato in passato, Alle le negoziazioni sull'Iran nucleare, um si vedranno con il viceministro degli Esteri iraniano, non c'è una grande fiducia, diciamo che questo incontro sia particolarmente significativo, in qualche modo l'Europa deve mostrare di darsi da fare, specialmente i governi um più importanti. Lunedì um si vedranno poi i ministri degli Esteri europei ancora per discutere della questione. Grazie a Renato Cohen, così si muove dunque um l'ambito ovviamente della diplomazia a livello internazionale e su questi sforzi vorrei sentire l'opinione dei nostri due ospiti. Cominciamo con Farian Sabahai, gli sforzi a livello internazionale, dove andiamo a parare? La diplomazia è l'unica l'unica soluzione per spegnere questa guerra in Medio Oriente e proprio prima dell'attacco di venerdì della settimana scorsa di Israele sull'Iran, si era parlato della possibilità di un consorzio sul nucleare, um Che um avrebbe portato alla costruzione del di questo consorzio di questo sito in territorio iraniano. um precedentemente si era parlato della possibilità di spostare l'arricchimento dell'uranio iraniano in un'isola, del Golfo Persico, ma um gli iraniani non erano d'accordo, si è parlato anche negli anni scorsi, in particolare prima della firma del JCPOA dell'accordo nucleare del 2015, Di portare in Russia l'arricchiamento del nucleare e um appunto la trattativa che era ed è attualmente in corso è quella di un consorzio internazionale, sul territorio iraniano, dove 145 percento di partecipazione, andrebbe all'Iran, 125 percento ai sauditi, 120 percento, agli Emirati Arabi e poi ci sarebbe anche una cosiddetta golden share, Dell'uno per cento che dovrebbe andare agli Stati Uniti, che non avrebbero alcun incarico operativo in questo consorzio per l'arricchimento dell'uranio iraniano, ma che comunque avrebbero il diritto di veto su alcune decisioni Diciamo darebbe la garanzia che le ricerche sull'uranio servirebbero solo a scopi civili. Questo ci sta dicendo? Assolutamente. Sì, assolutamente sì, sarebbero anche controllati da un consorzio internazionale, cosa che, peraltro hanno detto anche i leader della Repubblica islamica, penso al Presidente della Repubblica, um Pes che ha detto insomma che i siti nucleari, anche il ministro degli Esteri Aci ha detto, non vi apriremo tutti i siti, non c'è bisogno di bombardarli, potete venire a vedere che non facciamo nulla di malvagio. Il problema è a monte, cioè nel 2015 l'Iran, Aveva firmato l'accordo nucleare. Nel 2018 a maggio, Trump ne era uscito in via unilaterale perché voleva un accordo migliore che doveva comportare anche, la fine del programma balistico iraniano, poi in realtà Trump non aveva concluso, né, portato avanti delle trattative con gli iraniani per un nuovo accordo, ed esattamente un anno dopo, a maggio del 2019, gli iraniani avevano ri- non ricominciato ad arricchire l'uranio in gessi di sfida. Detto questo, il programma nucleare in Iran. Avevano portato al tempo dello Shah, negli anni 50, gli americani in piena guerra fredda, perché era un momento in cui chi portava la tecnologia nucleare si creava degli alleati, e negli anni 70 um l'Iran era stato tra i firmatari del trattato di non proliferazione, quindi l'altro rischio che si pone è che l'Iran, esca dal trattato di non prolifaz- proliferazione, e possa poi rivendicare invece il diritto ad arricchire l'uranio come come vuole. Oggi c'è in ballo un attacco militare, um statunitense in forse, speriamo in forse con orrore ovviamente tutti noi, esattamente, ma um c'è anche in in ballo la possibilità che in seguito a un attacco militare, americano ci possa essere lo smembramento dell'Iran. Questo viene auspicato da diversi analisti israeliani, quindi l'Iran è una nazione che ha migliaia di anni di storia, ma è anche un paese diviso in tante regioni dove i curdi parlano la loro lingua, dove ci sono i baluci nel, sud est del paese. Ci sono gli Azerbaigiani, eccetera quindi una delle ipotesi avanzate da diversi analisti israeliani è proprio quello di spezzettare l'Iran, in piccoli stati nazione su base etnica, per fare in modo che non sia più questo gigante, grande cinque volte30 l'Italia con 90000000 di abitanti. La normalizzazione però dei rapporti, tra Iran e Washington e l'Europa passa attraverso um necessariamente attraverso, un capovolgimento del linguaggio, cioè la leadership iraniana deve smettere di inveire, E di augurarsi la distruzione dello Stato di Israele e di um degli Stati Uniti, perché sennò non si va assolutamente da nessuna parte. Il il regime iraniano lo sappiamo, un regime violento nei confronti dei propri oppositori interni e tra l'altro proprio, l'attacco israeliano di venerdì scorso ha fatto sì che un tot di persone siano state mandate al patibolo con processi sommari. Quindi è un difficilissimo equilibrio. Ambasciatore Castellaneta ritornando alle posizioni dei vari attori a livello internazionale, siccome niente succede a casa e soprattutto niente viene detto a caso. Prima abbiamo riferito di questa telefonata tra il Presidenti russo e cinese. Come dobbiamo leggere anche gli interessi di questi che sono paesi che sembrerebbero molto distanti dallo scenario in cui si svolge la guerra. Come dobbiamo leggere queste posizioni rispetto anche a tutti gli altri equilibri, um così fragili in questo momento a livello globale? Ma una um una parcellizzazione dell'Iran, una situazione incandescente non interessa a nessuno di questi um interlocutori, né la Cina, né la Russia, né la stessa Arabia Saudita che è il vicino sunnita e che vorrebbe 11 Iran pacifico e diciamo um depote- depotenziato, non um quindi tutti stanno con-, hanno la la stessa la stessa Turchia, non un um, Tutti puntano ad un Iran um che abbia come 11 atteggiamento più, um pacifico e che sia um e che sia aperto allo sviluppo economico, i 90000000 di um di iraniani, le grandi risorse energetiche iraniane, non solo il petrolio, non solo il gas, ma anche il um diciamo le risorse minerarie, interessano e interessano tutti, quindi bisogna trovare delle formule che diano um. garanzia che veramente l'Iran abbia cambiato la strada perché l'Iran ha sempre detto ufficialmente che non l'arricchimento e l'uranio, come si diceva prima, era iniziato già ai tempi dello sciaera e che non era un arricchimento per uso militare, ma per uso civile. Però dalle parole ai fatti, quindi bisogna um Che ci siano delle garanzie forse più forti rispetto a GPSOA, cioè al cosiddetto cinque +1 questo, um questo accordo che ha fat- fatto dalle grandi potenze e e dall'Iran, per non solo per verificare in maniera più, più forte, anche con un una presenza magari più costante del um delle comunità, um internazionali. Su quello che può essere il processo di arricchimento a uso civile del um dell'uranio. È è è una trattativa molto molto complessa nella quale um appunto, nessuno vuole 1, un Iran potente e forte. Già era successo in passato ai tempi dello S, quando lo Scia era aveva credo il quinto esercito più. um forte del mondo e faceva paura fa- faceva paura a tutti, una delle ragioni per le quali poi lo scia è stato, um sostituito facendo arrivare come neni su un su un aereo dell'Air France, quindi con una immaginando ci potessero essere un'evoluzione più più pacifica. Non c'è stata, siamo di fronte a un regime che invece, um a um a un atteggiamento di um diciamo di attacco alla alla comunità internazionale, bisogna ritrovare un po' una delle formule che consentono di riportare l'Iran nel consesso internazionale sviluppando le grandi capacità um che ha sia di popolo, un popolo di di grande um diciamo istruzione, diciamo di una classe media alta di di grande professionalità um, Sia le risorse energetiche. Per fare questo um però, probabilmente bisogna imbastire un negoziato che non si fermi solo al- al nucleare, ma che tocchi un po' um um tutto l'insieme dei um dei rapporti. um L'Iran ha aderito al TPN al trattato di non proliferazione, a differenza di altri stati, ad esempio la stessa Pakistan e l'India, quindi anche questo è un altro aspetto che non ha aderito. È evidente che comunque dopo non aderito al trattato. Israele non ha mai riconosciuto di avere la b- la bomba nucleare e gli altri invece lo hanno riconosciuto. Comunque è evidente che con questo che sta succedendo ovviamente in questo periodo è evidente che si andrà davanti ad un nuovo equilibrio che andrà ricostruito e che avrà come fulcro proprio, um il progetto di nucleare iraniano, l'arricchimento dell'uranio e il modo bisognerà trovare. E prima la nostra Farian Sabah ha dato una, um un'idea di come potrebbe essere um la garanzia chiaramente che non venga utilizzato a scopi bellici. allora Io ringrazio appunto Farian Sabay, ringrazio l'ambasciatore Giovanni Castellaneta. Proveremo a ragionare di questi argomenti, ahimè, nei prossimi giorni. Adesso ci prendiamo una pausa, vi aspetto subito dopo, ci occuperemo di cronaca. Arrivederci intanto. .

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