Timeline, le minacce di Khamenei e la guerra Iran-Israele

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25 giorni fa

Oriente chiede una de-escalation, riafferma il diritto di Israele comunque a difendersi dalla minaccia esistenziale iraniana, ma non sembra poi in realtà riuscire neanche a sapere o a prevedere le mosse dell'alleato americano. um Grazie Renato, allora tra un attimo con l'ambasciatore affronteremo anche, um diciamo tutta la questione relativa a alla regione che c'è intorno, um all'Iran e poi appunto anche al ruolo della Russia e a quello um dell'Europa. Coinvolgo però il professor Matteo Guidotti del CNR, perché abbiamo parlato di siti nucleari che sono quelli che sta attaccando, Israele e in Iran. um Professore, come era già accaduto, con l'inizio del conflitto in Ucraina, um quando sentiamo parlare di um siti nucleari, um tutti noi. um Veniamo colti da sentimenti di di di paura e di preoccupazione per qualcosa anche, che appunto non maneggiamo e non sappiamo e non conosciamo, um bene. Quindi lei che è un esperto ci aiuti perché c'è una domanda molto semplice, diciamo che ci stiamo ponendo e che probabilmente anche a casa si pongono, cioè, la domanda è questa, che cosa succede se si bombarda, um un sito nucleare, cioè laddove um viene arricchito um l'uranio, come sta accadendo um in Iran, cioè quali rischi ci sono per la salute degli esseri umani e dell'ambiente, ce lo spiega. Questo è importante dirlo, quando si parla di un sito di arricchimento si tratta di un sito dove viene preparato il combustibile nucleare. Quando un paese ha un, un progetto e un programma nucleare, sia anche per scopi pacifici, non solamente per scopi militari, è necessario andare a prendere dall'uranio naturale l'uranio, quello. appunto che può essere fissile, che può essere un buon combustibile. Va soprattutto detto che danni a queste strutture, qualora mai ci dovessero essere, possono sicuramente portare a dei problemi dal punto di vista di rilascio di sostanze tossiche e sostanze pericolose e radioattive. Però non vanno a innescare esplosioni. detonazione di tipo nucleare, quindi non succede un qualcosa come è successo a Hiroshima Nagasaki, um appunto durante la seconda guerra mondiale, ma sicuramente però il rischio sia per l'ambiente sia per la salute e poi anche sul medio e lungo tratto dal punto di vista geografico, quello il rischio può esserci sicuramente. È chiaro, posso chiederle anche di che estensione territoriale parliamo, um cioè il rilascio di queste sostanze, interesserebbero nel caso diciamo soltanto il sito oppure un'area più estesa? Eh ovviamente diciamo il il raggio d'azione, il il campo su cui queste queste sostanze pericolose possono andare a esercitare danno dipende ovviamente dalla quantità di rilasciata e questo è un grande punto interrogativo. Però ecco va detto che l'ingrediente chiave principale per l'arricchimento, è una sostanza molto volatile, nella fattispecie l'esafluoruro di uranio. 11 composto, un derivato dell'uranio. Che è però in forma molto volatile, è un vapore praticamente, vapore poco sopra la la temperatura ambiente a cui a cui viviamo. um e quindi essendo così fugace e così volatile, il rischio è che una perdita, una fuga di questo di di di di di di di di questo esafluoruro d'uranio, possa diffondersi sicuramente anche almeno per le decine di chilometri, oppure anche nel caso dei centinaia di chilometri. in funzione della quantità. Va anche detto che è molto reattivo. Questo è un bene o un male, un male dal punto di vista dei primi vicini, delle eventuali popolazioni o comunque dei siti abitati nelle vicinanze, perché potrebbero portare a danni immediati. La sua reattività però lo fa in modo che non rimanga, non permanga troppo tempo nell'aria e quindi si diffonda sul lungo spazio in modo più limitato. Chiaro? Grazie professore, è stato molto chiaro. Torno da lei tra un attimo con qualche altra domanda per ritornare dall'ambasciatore Stefanini. A proposito appunto di quello che accade nella regione, vi faccio vedere intanto con l'aiuto del vicedirettore Michele Cagiano, quali sono appunto i nuovi equilibri regionali e le reazioni dei paesi arabi dopo l'inizio di questo conflitto. Sesto giorno di combattimenti tra Israele e Iran e al rumore delle bombe si associa, um un assordante silenzio, quello diplomatico e politico nell'area mediorientale. allora Andiamo sulle nostre um mappe a vedere quello che sta succedendo. um Sappiamo che Israele ha sfruttato una vera e propria opportunità, questo dicono anche i vertici israeliani di attaccare, Proprio in questo momento, perché? Perché gli alleati dell'Iran, gli Hezbollah e il Libano e poi ancora um Hamas a Gaza, e e il regime Awita vivono in uno stato di profonda debolezza. Il regime, Aita è collassato e dunque oggi non rappresenta più una minaccia diretta. Hezbollah è stato colpito profondamente negli ultimi mesi di guerra, dai um RAI di Israele. anni, così come a Gaza, Hamas è ridotta um diciamo sotto terra a difendere il suo interesse. Restano gliiuti che comunque a um di fatto dallo Yemen hanno provato ad attaccare, sono arrivati anche una volta a colpire l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, ma di fatto hanno una portata militare um meno importante. Chi altro c'è? Ci sono i sauditi che di fatto um in qualche modo devono mantenere un equilibrio tra Israele e l'Iran, ma hanno piacere del fatto che l'Iran si stia indebolendo e stia subendo un attacco di fatto in gioco. C'è la volontà e l'ambizione di appartenere e di diventare, Una potenza um d'aria. Info- in- infine Iraq e Giordania, ebbene qui la situazione è molto complessa perché se da una parte Iraq e e Giordania, um possono e devono condannare quello che Israele ha fatto, in Iran da un'altra parte sono proprio sulla linea di fuoco e e in particolare la Giordania, um sopravvivono nella loro um condizione anche e grazie al supporto americano. allora Grazie Michele Gaggiano um per queste informazioni aggiuntive. um Ambasciatore Stefanini um l'obiettivo di Netanyahu um è, um soltanto la distruzione dei siti nucleari o è um in realtà um il cambio di regime in Iran e questo scenario che, è pieno comunque di incognite e come invece poi avrebbe degli effetti su tutta quella regione che abbiamo visto? um Ogn da ogni giorno che passa um sembra che l'obiettivo um israeliano si allarghi dalla semplice um distruzione delle capacità nucleari dell'Iran, al um regime change o comunque a in- indebolire e um d- um um denigrare tutte le strutture del um del um del regime. Questo, in un certo senso può essere anche può derivare dal fatto che più di quanto è stato fatto fino adesso con i primi attacchi contro Natza e contro Fordo, con le armi di cui Israele dispone di più contro gli impianti nucleari, specialmente quello di Fordo, che è a circa un chilometro di profondità non si non si può fare, quindi Si pe- um Israele prende in misura um prende di mira tutto um tutto il resto. um e qui la discriminante diventa Se o meno gli gli Stati Uniti intervengono perché gli Stati Uniti, um come diceva prima um um Renato Coen, hanno queste bombe anti-bunker e solo loro le possono trasportare che, potrebbero penetrare abbastanza in profondità da distruggere anche um la gli impianti di arricchimento di Fordo. Una curiosità, quello che volevo, se posso permettermi di chiedere al professor Guidotti se ho capito benissimo il quadro che ha fatto, ma non può esserci un Hiroshima Nagasaki, ma potrebbe esserci un effetto Chernobyl. Rispondere ditertamente? Certo, prego, prego prego. Benissimo. No no non vo- non volevo. No no ha anticipato in realtà la la domanda che volevo farle, prego prego. Perbacco. Sì, ecco, diciamo gli scenari da un certo punto di vista sono simili ma anche differenti. allora simili fintanto che sicuramente il rischio in entrambi i casi è un rilascio di sostanze, radioattive, ma anche pericolose e tossiche, perché ricordiamo che, l'uranio ad ogni modo è un metallo pesante e spesso la tossicità dei composti d'uranio e dell'uranio stesso, più che la radioattività, che es- che che esprime è proprio il fatto di essere un metallo pesante. simile al piombo, al al cromo, al mercurio e quant'altro al cadmio. Però ecco Chernobyl e Fukushima sono derivate da un danno notevolissimo a un reattore nucleare, dove le reazioni nucleari stavano avvenendo e quindi all'interno di questo lasciatemi dire calderone nucleare all'interno del reattore c'erano sostanze e radiosotopi di un po' di tutte le tipologie, anche quelli. a bassa a bassa pericolosità, ma anche ad elevatissima pericolosità per essere estremamente reattivi e con un tempo di vita molto molto breve. Qualcuno si ricorderà il rischio con lo iodio 131, con lo stronzio 90, con altre sostanze il nickel 63, tutta una serie di sostanze rotopi che escono in un cocktail veramente estremamente pericoloso. Nel caso di un impianto di um arricchimento di uranio, invece, l'ingrediente possiamo dire è uno solo, quindi da un certo punto di vista um la pericolosità, il rischio e anche la reattività di queste sostanze è un po' più nota. Quindi diciamo anche il fatto che um, sia ad ogni modo abbia una radioattività intrinseca per unità di massa molto più bassa l'esfluoruro d'uranio rispetto ad altri radioisotopi che si sviluppano durante una reazione nucleare, fa sì che almeno il rischio prettamente radiologico sia un po' più contenuto. Chiarissimo, um credo che anche l'ambasciatore sia soddisfatto da questa risposta. um Professor Guidotti, io volevo anche chiederle um un'altra cosa, cioè um che modo abbiamo um nel caso di appunto di rilascio di rilascio di materiale radioattivo, um o sostanze tossiche di intervenire e di correre ai ripari. E limitare i dati. E questa questa è una buona domanda. Uno dei problemi, soprattutto quando ci sono zone di conflitto è avere un monitoraggio già in tempo reale. Perché se è vero che um nel caso di rilasci di tipo industriale, come per esempio era stato proprio anche, Chernobyl e Fukushima ancora di più, più vicino a noi nel tempo, um c'è la possibilità di avere monitoraggio in in loco, direttamente sul campo, di avere una situazione che evolve da minuto per minuto. um Invece ovviamente quando c'è un teatro di guerra, sfido chiunque a trovare dei tecnici che possono andare in loco e capire esattamente cosa stia succedendo. Avere delle dei rivelamenti a distanza, delle telemetrie o quant'altro le rivelazioni, um non è così semplice, è possibile, ci sono anche tecniche, ma tecniche abbastanza, complesse e non disponibili da t- da parte di tutti i paesi. Quindi spesso si capiscono i danni ve- veri di um, impatti di questo tipo o comunque anche di una di danni anche a strutture industriali convenzionali. Quindi lasciamo da parte il pericolo radioattivo solamente a conflitto terminato e solamente a mesi se non addirittura anni dopo. Pensiamo solo che stiamo capendo ora cosa è successo in Vietnam 50 anni fa o durante la prima guerra mondiale in alcuni casi. Certo il conflitto naturalmente rende lo scena. molto più complesso. um Ambasciatore Stefanini um volevo chiedere a lei una riflessione anche sul ruolo della Russia. um Qualche giorno fa era stata paventata questa ipotesi, um di Putin mediatore, um poi insomma um um è stata fatta messa da parte, si è parlato di un'ipotesi, um di un salvacondotto di Kamenei um verso la Russia, ma anche lì um un'uscita di scena di questo tipo significherebbe ammettere una sconfitta. Qual è la posizione della Russia in questo conflitto? intanto mi scuso per aver interrotto una sua domanda al professor assolutamente era era curiosità. ero incuriosito anche da profano in questa materia. La curiosità mia. Il ruolo della Russia è è limitato e volutamente limitato. um. um L'impressione che stiamo avendo è che la Russia stia concentrando i suoi interessi e i suoi sforzi sull'Ucraina e veda um nella nella guerra Israele in Iran una distrazione degli Stati Uniti, di cui da cui trarre vantaggio, cioè in pratica. Sì, diciamo che c'è un effetto, come dire, diretto e indiretto sul conflitto in Ucraina, no? No, nel senso che um io, Vladimir Putin, giro la testa mentre il mio alleato fino a un certo punto iraniano che comunque non vorrei vedere in possesso di un'arma atomica, viene martellato dal tuo alleato israeliano e tu, Donald, mi lasci, giri la testa sull'Ucraina, cosa che Trump stava g- um già facendo. E di qui qu-, di qui questo balletto di Trump che a un certo punto pro- fa una proposta veramente improponibile di um un Putin um um mediatore, um che non poteva che essere um rifiutata da da tutti al G7, figuriamoci da um da Israele, cioè Israele, Benjamin Netanyahu non dà retta a Trump perché mai dovrebbe dar retta a Putin. Chiaro. um e un'ultima domanda, ambasciatore che le volevo fare è una considerazione che si lega a questo, cioè abbiamo visto un Trump andare via anticipatamente appunto dal, um G7 che si è chiuso in Canada, attaccare Macron e dunque è saltato anche, um il il bilateral, l'incontro con um Zelen. Perché di Ucraina si parlava um ieri um Tutte queste ultime uscite di di Donald Trump um in che relazione lo mettono con, um con l'Europa? Prima Renato Core ci faceva notare come appunto la voce dell'Europa, um diciamo non sia così forte, no, in questi casi. Ma la voce dell'Europa in Medio Oriente non è mai stata molto forte, è sempre stata, diciamo, di complemento agli Stati Uniti. Quello che in questo caso um deve preoccupare è il fatto che um um Trump vada su una linea completamente diversa da quella europea, ignorando gli europei al punto di um prendere armi e bagagli e di di lasciare Kananaskis a metà. um a metà vertice um. Da quanto è successo nelle ultime 48 ore, non è che ci fosse questa, non è che quello che Trump ha fatto alla Casa Bianca sia molto diverso da quello che avrebbe potuto fare rimanendo nel G7 e magari consultandosi con quelli che dovrebbero essere i suoi i suoi principali alleati. Purtroppo questo conferma una linea dell'amministrazione americana, dell'amministrazione Trump, che, Lontana da quella europea e soprattutto di disinteresse nei um nei nostri confronti. E a mio parere, a parte sicuramente la situazione drammatica in Medio Oriente, questa è una cosa che ci deve preoccupare profondamente. Esatto, anche per insomma le relazioni um future. um Grazie, io ringrazio moltissimo l'ambasciatore Stefano Stefanini, consigliere um scientifico ISP, per essere stato nuovamente nostro ospite. Grazie ambasciatore e buon lavoro. E ringrazio Matteo. Grazie, buon pomeriggio del CNR e grazie professore per averci aiutato a fare un po' più di chiarezza su questi temi. Grazie, alla prossima. Grazie a voi. Buon lavoro anche a lei. Allora, um noi facciamo soltanto qualche minuto di pausa e ci ritroviamo tra pochissimo, seconda parte timeline e parleremo degli esami di Stato per 500000 studenti italiani, a tra poco. .

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