Cancellare le Olimpiadi, costerebbe al Giappone circa 17 miliardi di dollari, una buona parte dei quali sembra, ma non è sicuro, coperti dalle assicurazioni, ma gestire un nuovo, imprevedibile, per durata e gravità, stato di emergenza, potrebbe costarne molti di più, sino a dieci volte. Un costo economico senza precedenti, senza parlare di quello sanitario e sociale. Lo sostiene uno studio di Nomura, la più grande Banca d'Affari del Giappone e sponsor ufficiale delle Olimpiadi, che assieme all'autorevole quotidiano Asahi, altro sponsor ufficiale, si sono aggiunti, alla sempre più pressante campagna per la cancellazione dei giochi, una campagna che tuttavia non sembra far vacillare il CIO ed il Comitato Organizzatore Locale, il cui Presidente, Toshiro Muto, Ha ribadito che la cancellazione, non rappresenta nemmeno un'ipotesi di lavoro e che tutti i preparativi, procedono come da programma. Una posizione irresponsabile, denuncia l'Associazione Nazionale dei Medici, che oggi ha rivelato l'assenza di un Piano di Emergenza Sanitario, nell'eventualità che scoppino dei "cluster" all'interno del Villaggio Olimpico. Il Comitato Organizzatore ha pensato a regolare i minimi dettagli, ma non ha gestire un eventuale emergenza, denuncia l'Associazione dei Medici. Noi non possiamo essere d'aiuto, siamo troppo occupati con i nostri pazienti. Chi si occuperà di eventuali malati nel Villaggio Olimpico? Bella domanda. Dentisti e farmacisti, che il Governo ha in mente di precettare? Forse l'esercito? Si dice in giro, ma nessuno conferma. Oppure, medici e personale sanitario, che tra le varie delegazioni nazionali, su richiesta del Comitato Organizzatore, verranno al seguito, ma per legge giapponese, non possono assolutamente operare, teoricamente non possono fare neanche una iniezione. Alla fine, potrebbe essere coinvolta nella decisione finale, l'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la cui immagine di questi tempi non è delle migliori. Un suo parere negativo, potrebbe convincere però il CIO, ad arrendersi, anche se tutti, oramai, sono d'accordo nell'aspettare l'11 giugno, quando, in occasione del G7 in Inghilterra, gli Stati Uniti avranno deciso se inviare o meno i loro atleti. Per ora, hanno chiesto ai loro cittadini, di non recarsi in Giappone.