La situazione si fa sempre più complicata, ma ce la faremo grazie al sacrificio di tutti, così la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, più volte costretto a interrompersi, per una tosse che la perseguita oramai da mesi e che nei giorni scorsi l'ha costretta a ricoverarsi, ha accolto stamane, sotto la pioggia battente, in uno stadio minore di Tokyo, l'arrivo della Torcia Olimpica, protetta da un cordone di polizia, per evitare altri incidenti: la scorsa settimana, una donna aveva ripetutamente tentato di spegnerla in corsa, colpendola con delle buste d'acqua. La fiamma è arrivata in una piccola ampolla ed è stato subito trasportata in un luogo imprecisato. Dilagano, nel frattempo, nel Paese, le polemiche a proposito della decisione di chiudere le porte anche al pubblico locale. Non c'è alcuna garanzia, che chiudendo gli stadi, diminuiscono i contagi, scrive il quotidiano Mainichi, il rischio è costituito dalle migliaia di stranieri che, comunque, arriveranno nel nostro Paese. Dovevano essere i Giochi della rinascita del Giappone, dopo la tragedia dello tsunami e dell'incidente nucleare prima e poi della sconfitta del virus. Rischiano invece, di rappresentare un incubo un po' per tutti, dagli atleti agli addetti ai lavori, giornalisti compresi. Nonostante le rigide regole imposte, che prevedono, tra gli altri, l'obbligo di non uscire da percorsi prestabiliti e di lasciare il Paese al termine delle proprie prestazioni, i media locali denunciano già numerose falle nell'organizzazione, mentre aumentano i casi di atleti trovati positivi al loro arrivo in Giappone, alcuni dei quali, pare, non siano stati immediatamente isolati. Il tutto, mentre i contagi continuano ad aumentare, appena il 14% della popolazione, risulta regolarmente vaccinata. Speriamo che tutto vada bene, scrive oggi l'Asahi, quotidiano sponsor dei Giochi, che il mese scorso, ne aveva tuttavia chiesto la cancellazione. Ma una cosa è certa: questi Giochi, hanno già rubato l'anima che allo spirito di festa e di gioia, saranno Olimpiadi tristi, molto tristi.