Si stringono l'un l'altro in un abbraccio che vale più delle parole, mentre i padri accarezzano i volti, le madri sussurrano parole dolci che aspettavano di dire da 738 giorni da quando i terroristi di Hamas li hanno rapiti al Nova Music Festival o nei Kibbuz israeliani lungo il confine con Gaza, Kfar Aza, Be' eri, Nahal Oz solo per citarne alcuni. Sono tonati a casa i 20 ostaggi, gli ultimi israeliani ancora in vita riemersi dai tunnel della Striscia dopo una prigionia durata oltre due anni. La piazza di Tel Aviv, ribattezzata Piazza degli Ostaggi dopo il 07/10/2023 è in trepidazione dall'alba del 13/10 con una folla oceanica che si mescola alle bandiere israeliane, alle foto dei rapiti, alle t-shirt con la scritta "Bring them home" portateli a casa quando poco dopo le 8.00 del mattino dal grande schermo giunge la notizia dei primi sette ostaggi liberati è un tripudio di gioia. Lo è ancora di più quando appare il volto di Matan Zangauker 24 anni al momento del rapimento strappato dal suo kibbutz, quello di Niroz all'alba di quel sabato nero. Lui, la sua voce e quella di sua madre Einav, simbolo delle famiglie degli ostaggi che si è spesa ogni giorno nella lotta contro l'intransigenza militare di Benjamin Netanyahu a Gaza. Sono lì sullo schermo, mentre si parlano durante una videochiamata permessa dai miliziani di Hamas Matan ancora a Gaza Einav in auto in direzione Rim per riabbracciarlo. Manca poco l'incubo è finito madre e figlio dopo poche ore sono di nuovo insieme i baci, gli abbracci, i saluti. "Toda Raba Grazie mille President Trump" dice la piazza con un'unica voce il merito per le famiglie degli ostaggi a lui al Presidente americano, nessun cenno al Premier Netanyahu, che dichiara ufficialmente "La guerra è finita", Israele si stringe ancora nell'attesa della restituzione dei corpi dei 28 ostaggi deceduti durante la cattività. Hamas ha iniziato a consegnarne soltanto alcuni. .























