Il valico di Rafah tra Gaza e l'Egitto dovrebbe riaprire questione di ore. Lo ha dichiarato una fonte diplomatica al Times of Israel. La riapertura però consentirebbe soltanto il transito in entrata e in uscita dei cittadini della Striscia, supervisionato dalla missione dell'Unione Europea e Obama. Questo vuol dire che l'ingresso dei camion di aiuti umanitari, 600 al giorno, come previsto dall'accordo di pace siglato a Sharm el-Sheikh, continuerà ad essere permesso da un altro valico, quello di Kerem Shalom, nel Sud di Israele, dopo le ispezioni di sicurezza. Martedì il governo di Benjamin Netanyahu, che controlla tutti gli accessi nella Striscia, aveva deciso che il passaggio dei TIR non sarebbe ripreso da Rafah, fino a quando Hamas non avrebbe riconsegnato tutti i 28 corpi degli ostaggi israeliani deceduti durante il periodo di cattività. Il Movimento Islamista Palestinese ha iniziato a consegnarne alcuni, ma ne rimangono ancora molti da restituire. Una task force egiziana è già sul campo per facilitare la ricerca dei resti, ma per il Comitato della Croce Rossa Internazionale ci vorranno giorni se non settimane. La difficoltà a localizzare i corpi è dovuta, tra le altre cose, al fatto che sul terreno ci sono 55 milioni di tonnellate di macerie, oltre alla presenza dell' IDF in oltre il 50% del territorio. Intanto il Comandante del Comando Centrale USA, Centcom, l'ammiraglio Brad Cooper, ha esortato Hamas a sospendere immediatamente l'esecuzioni pubbliche contro i clan locali accusati dall'organizzazione, di aver collaborato con Israele durante il conflitto, sottolineando l'importanza di aderire rigorosamente al piano di pace del Presidente americano Donald Trump, ritirarsi dalla Striscia e consegnare le armi, nonostante il disarmo, rappresenti una linea rossa per Hamas. . .























