Un cessate il fuoco che ritarda di quasi 3 ore: Hamas consegna in ritardo i tre nomi degli ostaggi da rilasciare, Israele risponde bombardando la Striscia di Gaza: 25 i morti nelle 3 critiche ore di ritardo dall’implementazione del cessate il fuoco. Poi, alle 11.15 orario locale, cala il silenzio sul cielo di Gaza. La popolazione palestinese scende nelle strade, e già in migliaia tentano di tornare nelle proprie case, perlopiù distrutte, nel sud. I festeggiamenti sono incontenibili, dopo 15 mesi di guerra che hanno ucciso quasi 47 mila palestinesi. Dall’altra parte del muro, in Israele, le famiglie delle tre donne il cui nome viene annunciato da Hamas, da rilasciare seguono le notizie con il fiato sospeso. Finalmente intorno alle 4 del pomeriggio orario locale, le forze di Hamas consegnano le tre ragazze alla Croce Rossa internazionale, per poi essere riunite alle loro madri già al confine con Gaza, nelle basi dell’esercito israeliano. La piazza di Tel Aviv esplode in grida di gioia: almeno per tre dei 98 ostaggi fino a ieri dentro Gaza, un incubo è finito. Ma non sono gli unici per cui la prigionia termina con il primo giorno di tregua di un accordo per il momento fragile, ma storico. 90 prigionieri palestinesi vengono infatti rilasciati dalle carceri israeliane, quasi tutte donne, minorenni o giovani uomini con meno di 25 anni di età. Non importante per quali reati siano stati condannati, per il rappresentante della destra ultranazionalista Ben Gvir si tratta di terroristi, ed il suo partito lascia in blocco la coalizione di governo, seguito dalle minacce del ministro delle finanze Smootrich, che che paventa una simile mossa qualora Israele non tornerà in guerra al termine dei primi 42 giorni di pausa. La polizia israeliana è determinata ad evitare espressioni di gioia delle famiglie dei detenuti, ma è impossibile trattenere l’accoglienza dei territori palestinesi. È una giornata storica ed altamente simbolica per due popoli in guerra, ma almeno per un giorno, un barlume di speranza ha illuminato il Medio Oriente.