Altro incontro a nervi tesi alla Casa Bianca. L'ospite stavolta è Cyril Ramaphosa, leader del Sudafrica. Trump lo costringe a difendersi dalle accuse di genocidio bianco, accuse che il presidente americano, ispirato anche dal sudafricano Elon Musk, abbraccia con convinzione. Il governo di Pretoria ha approvato una legge che permette di espropriare i terreni senza indennizzo, ma la legittimità costituzionale del provvedimento è tuttora sotto esame. Il Sudafrica ha un problema di violenza, ammette Ramaphosa, ma aggiunge... Nello studio ovale il presidente si fa passare un fascio di fogli, articoli di giornale dedicati alle presunte violenze. Dopo una serie di provvedimenti contro Pretoria, negli ultimi giorni Trump ha accolto un gruppo di rifugiati Afrikaners. Giù le luci, dice a un certo punto il presidente, e fa proiettare un video che proverebbe il genocidio. Nello studio ovale cala la luce e anche l'imbarazzo. La clip mostra per lo più i violenti attacchi verbali di alcuni leader politici sudafricani contro la minoranza bianca. Sono esponenti di formazioni estremiste, si difende Ramaphosa, e non hanno nulla a che fare con il partito di governo. Quando il video mostra quella che sembra essere una fossa comune, Ramaphosa insinua che non sia stato girato in Sudafrica. Per convincere Trump il leader sudafricano dà la parola al suo ministro dell'agricoltura, un bianco. Anche questo tentativo però appare disperato. .