Dazi, i dazi quelli annunciati dal Presidente Trump, per adesso solo minacciati. In realtà, perché l'ordine esecutivo è molto vago sui dazi reciproci e partiranno più in là nel tempo. Facciamo un esempio concreto: Cosa sono i dazi reciproci? Dazi ritorsivi. Prendiamo le macchine, le auto, i dazi europei sulle automobili americane sono al dieci per cento quelli invece, i dazi invece americani, sulle auto importate, dall'Unione Europea sono al due e cinque dazi reciproci vuol dire che gli Stati Uniti aumenteranno le proprie tariffe equiparandole a quelle dei paesi partner, quindi in questo caso un dieci per cento. Vediamo cosa dice l'ordine esecutivo, molto vago, dicevamo quali possono essere le motivazioni dazi più alti di quelli imposti, sulle stesse merci, dagli Stati Uniti, come dicevamo, tasse sulle aziende americane; pensiamo anche alle multe sulle big tech, secondo Trump tutte queste sono azioni discriminatorie, anche anche l'Iva, l'Iva, secondo il presidente Trump, è una tassa che discrimina le merci americane, anche se in realtà sappiamo che per le aziende è neutrale, la pagano alla fine i consumatori a prescindere che l'auto se rimaniamo nell'esempio arrivi dagli Stati Uniti o dalla Germania. Regolamenti o sussidi discriminatori, pensiamo a tutti i regolamenti sanitari sulle merci, sui prodotti agroalimentari americani. Ogni altra azione ritenuta sleale, quindi è molto aperto e generico. Questo ordine esecutivo è da qua che nascono, nascono anche le preoccupazioni. Quali sono le merci europee su cui abbiamo dei dazi più più alti che quelli americani, ma in realtà la maggior parte, andiamo a vedere la frutta, i preparati di carne e pesce, il tabacco e derivati qua gli Stati Uniti sono prima, fertilizzanti, gli abiti accessori, quindi c'è buona parte del nostro export che rischia dazi più alti, ma di poco. Come vediamo, si parla di pochi decimali. E infatti l'impatto stimato dagli economisti sull'economia europea di un'azione di questo tipo sarebbe di un 0,05 in meno di crescita. Non parliamo di una spallata. Chi invece rischia grosso sono i paesi in via di sviluppo che hanno dei dazi più alti per proteggere le proprie economie in crescita. Dall'India, per esempio l'Indonesia, Vietnam, Thailandia, il Sud Africa, la Cambogia, il Bangladesh, il Brasile. Sono questi i paesi che potrebbero subire un colpo maggiore da questi dazi ritorsivi di Donald Trump che ne ha annunciati molti su Messico e Canada, il 25% dal 5 marzo sull'alluminio e l'acciaio anche europeo dal 12 marzo e poi questi da inizio aprile. Staremo a vedere se sono solo minacce oppure no, ricordando che i dazi poi li pagano i consumatori americani con problemi sull'inflazione .