Una stretta di mano alla Casa Bianca tra Donald Trump e Viktor Orban riapre il dossier più spinoso della guerra in Ucraina, l'energia. Il premier ungherese tra i leader UE più vicini al Cremlino, annuncia di aver ottenuto dagli Stati Uniti un'esenzione di un anno dalle sanzioni sul petrolio russo che hanno colpito Rosneft e Lukoil. La decisione salva l'Ungheria dalle temute sanzioni secondarie e le permette di continuare a importare greggio e gas, tramite gli oleodotti Drujba e Truck Stream. Secondo gli analisti si tratta di un colpo alla strategia americana di ridurre le entrate russe, ma evidenzia anche legame personale tra Trump e Orban, definito un grande amico. L'esenzione viene infatti giustificata con motivazioni geografiche; senza sbocchi sul mare, l'Ungheria fatica a diversificare le proprie forniture energetiche. Per Orban è una vittura politica cruciale in vista delle elezioni di aprile. Con l'economia in rallentamento e l'inflazione energetica alta, l'esenzione diventa uno strumento di campagna elettorale, che gli consente di promettere agli ungheresi le tariffe più basse d'Europa. A rafforzare il suo profilo il plauso americano per la linea dura sull'immigrazione, considerata da Trump un modello per l'Europa. Trump ha anche confermato la disponibilità a incontrare Putin. Il vertice di Budapest non si è tenuto perché Trump non vuole fermarsi e non c'era nulla di utile da ricavarne, ma un incontro resta possibile nella capitale ungherese. Sul conflitto il presidente ha aggiunto finirà presto, ma a volte devi lasciarli combattere un po'. Sulla possibilità che Kiev possa vincere, Orban resta prudente. I miracoli possono accadere. .























