"Zelensky fa la voce grossa, ma non ha le carte per trattare". Trump non fa nessuna marcia indietro dopo gli attacchi al presidente ucraino. Anzi, rincara la dose: "Includerlo nei colloqui di pace non ha senso", dice, "perché non è un gran negoziatore". Putin e Zelensky devono lavorare insieme, ribadisce Trump. E assicura che le intenzioni di Mosca rispetto al raggiungimento di un accordo sono serie. Il presidente americano smentisce le voci che lo volevano in Russia il 9 maggio, per celebrare l'anniversario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale. Se sull'Ucraina Trump tira dritto, i suoi collaboratori si affannano nel difficile tentativo di ribadire la fedeltà al capo, cercando nello stesso tempo di placare il nervosismo degli alleati. "Non capisco perché molti si oppongano ai nostri tentativi di pace", commenta il Segretario di Stato Rubio. Un artifizio retorico che sposta l'obiettivo delle critiche, "Non è la voglia di pace che manca", dicono gli alleati, "ma la disponibilità ad accettare un compromesso che rischia di soddisfare solo Putin". Rubio prende tempo: "Tutti saranno consultati", assicura, "ma non siamo ancora a quel punto". E sull'incontro fra Trump e il presidente russo, che alla Casa Bianca insiste nel considerare prossimo, ribadisce che non c'è una data. Tutto dipende dalle trattative in corso. Già dalle prossime ore il presidente sarà impegnato in una girandola di incontri con i leader internazionali: prima il polacco Duda, poi il francese Macron, infine il britannico Starmer. L'America intanto continua il pressing su Zelensky perché firmi la bozza rivista dell'accordo sui minerali strategici. "Ci siamo quasi", assicura Trump. E il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Waltz, si azzarda a dare l'affare ormai per fatto. .