“Risponderemo colpo su colpo”. Il Messico alza la voce contro la stretta che l’Amministrazione Trump intende portare avanti sull’immigrazione clandestina e fa sapere che la battaglia sarà lunga e che parte da un primo deciso “no” alle proposte di Washington. “No” al muro al confine e certamente “no” al suo finanziamento con soldi messicani, e poi “no” alle nuove misure che prevedono il rimpatrio in Messico di chiunque abbia provato ad attraversare illegalmente la frontiera, anche cittadini di paesi terzi. Donald Trump, da parte sua, prova a smorzare i toni e auspica che i rapporti con il vicino del sud restino buoni, ma chiede un trattamento giusto sia per quanto riguarda l’immigrazione che sul commercio. Non solo, il Presidente ha voluto anche sottolineare che resta la tolleranza zero per i criminali, gli spacciatori e i membri delle gang che si trovano illegalmente negli Stati Uniti. Rimane, quindi, l’impegno a concentrarsi su chi ha precedenti penali, come confermato anche dal Segretario di Stato Tillerson e dal Segretario alla sicurezza nazionale John Kelly, in visita a Città del Messico. Kelly ha assicurato che non ci saranno deportazioni di massa, ma inevitabilmente c’è molta paura fra gli undici milioni di immigrati irregolari presenti negli Stati Uniti. Mentre, si aspettano nei prossimi giorni anche i dettagli per il nuovo ordine esecutivo contro immigrati rifugiati da sette paesi a maggioranza musulmana. Secondo alcune indiscrezioni, nel nuovo decreto presidenziale cadrà il divieto di ingresso in blocco e senza scadenza per i profughi siriani e sarà chiarito che le porte resteranno aperte per chi aveva già in precedenza un regolare visto o la carta verde. “I media sono infastiditi dal fatto che rispettiamo tutte le promesse”, ha spiegato ieri in una delle sue rare apparizioni pubbliche lo stratega di Trump, Steve Bannon, scagliandosi poi contro quella stampa che continua a non appoggiare l’Amministrazione, un’Amministrazione che in poco più di un mese ha già portato a cambiamenti sostanziali rispetto agli ultimi otto anni, cambiamenti che fra le altre cose – ha annunciato ieri il Presidente – riguarderanno anche il riarmo nucleare. In un’intervista alla Reuters, infatti, Trump ha ribadito la necessità di ampliare l’arsenale atomico per non far perdere agli Stati Uniti il primato mondiale in quest’ambito.