L’ultimo colpo, in ordine di tempo, dato all’impalcatura normativa dell’era Obama, Donald Trump lo ha inflitto sulle linee-guida per i bagni transgender, portate avanti dalla precedente amministrazione, che permettevano agli studenti delle scuole pubbliche di adoperare bagni e spogliatoi a seconda della loro identità di genere. Linee-guida che ora sono state revocate, in attesa di valutare al meglio le implicazioni legali, fa sapere la Casa Bianca, in giorni in cui comunque le tensioni maggiori restano quelle legate ai provvedimenti del nuovo Presidente, sul fronte dell’immigrazione, mentre bisognerà aspettare forse la prossima settimana per il nuovo ordine esecutivo, per chiudere le porte ad immigrati e rifugiati da sette Paesi a maggioranza musulmana, ordine che dovrebbe essere costruito per superare gli ostacoli giudiziari posti al primo bando. Si continua invece con la linea dura sul Messico, dove, nelle scorse ore sono arrivati anche il Segretario di Stato Rex Tillerson e il segretario per la Sicurezza interna John Kelly, per discutere con le autorità locali della stretta sull’immigrazione clandestina già definita ostile dal Messico. Le nuove regole, oltre alla costruzione del muro al confine e ad un rafforzamento delle guardie di frontiera prevedono il pugno duro contro tutti gli immigrati illegali arrivati negli Stati Uniti negli ultimi due anni, con il rimpatrio forzato verso il Messico anche di cittadini di Paesi terzi. Tutte questioni su cui Città del Messico chiede chiarezza, mentre ormai sono altissime la tensione e la paura fra i clandestini che si trovano negli USA, almeno 11 milioni, secondo alcune stime. Ieri uno di loro si è suicidato buttandosi da un ponte vicino a Tijuana, mentre stava per essere espulso per la terza volta.