Passare per la parte debole in una trattativa non è certo una cosa che Trump sia disposto a sopportare. Così, prima ancora della conferenza con gli alleati europei, il presidente si è scagliato contro i Media, colpevoli di definire il vertice in Alaska una vittoria di Putin per il fatto stesso di essere stato organizzato. Fake news tuona il presidente, non apprezza le ricostruzioni in cui appare influenzabile di fronte allo scaltro leader russo. Incontrando i giornalisti al Kennedy Center, mostra i muscoli affermando che Mosca pagherà delle conseguenze se non accetta di porre fine al conflitto. A far alzare il tono a Trump potrebbe essere stata anche l'insistenza degli alleati europei, che in videoconferenza hanno sottolineato con chiarezza quanto sia concreto il rischio di cadere nella trappola di Putin. Quello con gli europei è stato un vertice da 10, così lo definisce il presidente americano, che ribadisce come l'incontro in Alaska servirà soprattutto a tastare il terreno. Un secondo incontro a tre con Putin e Zelensky, dunque, che forse ci sarà e forse no a seconda di come andrà il primo e sempre che, aggiungiamo noi, Putin sia disposto o costretto a coinvolgere quello che considera non un presidente, ma un impostore, Zelensky, appunto. Il secondo incontro ammesso che si faccia potrebbe essere ospitato in Europa o in Medio Oriente. Quello in Alaska di Ferragosto invece avrà come teatro una remota e blindatissima base militare nella zona nord di Anchorage. Location ufficiosa per ora, perché i dettagli dell'attesissimo faccia a faccia tardano ad arrivare. .























