Trump, viaggio in Medio Oriente all'insegna del commercio

Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi, con una del tutto ipotetica tappa in Turchia per i colloqui Russia e Ucraina. Il viaggio di Trump in Medio Oriente ha evidenti legami con la geopolitica, ma nasce soprattutto da ragioni commerciali. Il presidente è a caccia di accordi che potrebbero fornirgli un utile strumento retorico contro l'insoddisfazione dell'elettorato per l'andamento dell'economia. Non solo, gli affari della famiglia Trump nell'area sono noti e tuttora in piedi e sollevano il sospetto di conflitti di interesse. Il Qatar vuole oliare gli ingranaggi regalando un aereo alla Presidential Library di Trump, che irritato dalle domande la mette così. In Arabia Saudita i temi caldi sono il nucleare civile e la difesa con Washington che vuole utilizzarli per favorire un accordo di normalizzazione dei rapporti con Israele, accordo reso molto difficile dalla situazione a Gaza. C'è poi il dossier siriano, il Presidente ad interim vorrebbe un incontro con Trump, Washington per il momento si limita a ipotizzare un allentamento delle sanzioni. Altro tema caldo è quello del nucleare iraniano, il Presidente americano ostenta ottimismo e riconosce che Teheran si sta muovendo con intelligenza, ma in Medio Oriente in molti si oppongono all'accordo spalleggiati dai falchi dell'amministrazione. Un po' più vicina invece l'intesa con Pechino sui dazi dopo l'accordo preliminare grazie al quale le parti hanno deciso di ridurre per 90 giorni le rispettive tariffe. Trump la definisce una grande vittoria, ma secondo molti economisti Washington ha concesso più di quanto abbia ottenuto. Il presidente non è riuscito a tenere il punto e l'intesa non dirada l'incertezza. Parlerò con Xi Jinping entro il fine settimana, promette Trump e intanto firma un ordine esecutivo, che dovrebbe ridurre il prezzo esorbitante dei farmaci, ma che è molto meno dettagliato e aggressivo di quanto si pensasse. .