Un anno fa la morte di George Floyd nel Memorial Day, 99 anni prima nella stessa settimana il massacro razziale di Tulsa in Oklahoma, circa 300 persone di colore vengono uccise da un gruppo di bianchi, i numeri della tragedia non sono mai stati confermati, le circostanze in cui tutto è avvenuto invece sì. Un'eredità nascosta anche ai discendenti di chi ha vissuto i tragici fatti in prima persona e che a 100 anni di distanza e con l'avvento del movimento Black Lives Matter esige di essere raccontata. Primi anni Venti del secolo scorso, molti afroamericani emigrano verso altre aree del paese alla ricerca di opportunità economiche e creative, è il periodo del rinascimento di Harlem e Tulsa seconda città più grande del sooner state conta una comunità di colore di circa diecimila persone, una realtà arricchitasi con i proventi dei giacimenti petroliferi in piena espansione dove molti residenti neri trovano lavoro come facchini, meccanici, operai e domestici, la maggiore concentrazione economica nel quartiere di Greenwood noto come Black Wall Street con negozi ristoranti, altre attività di proprietà proprio della Black Community, comunità delimitata dalla linea ovvero i binari della Frisco railroad che dividono la zona nord nera da quella sud bianca della città. Il 31 maggio 1921 avviene il fatto che cambia la storia di Tulsa, carri carichi di residenti neri alcuni armati si precipitano nell'ufficio dello sceriffo per affrontare dei bianchi che si stavano radunando lì apparentemente progettando di rapire e linciare un detenuto di colore, scoppiano spari e nelle 24 ore successive una folla bianca infiammata dalle voci di un'insurrezione nera prende d'assalto il distretto di Greenwood e lo distrugge bruciandolo, il massacro di Tulsa resta uno degli atti più forti di violenza razziale di massa negli Stati Uniti ma per decenni resta sconosciuto anche agli stretti discendenti dei sopravvissuti messi a tacere per paura di rappresaglie e cancellati dai libri di storia, sebbene la polizia di Tulsa abbia permesso ai rivoltosi di bruciare uno dei quartieri neri di maggior successo del paese, nessuno è mai stato ritenuto responsabile, ma un anno dopo le proteste di Black Lives Matter in tutto il paese causate dalla morte di George Floyd e Breonna Taylor i riflettori nazionali si sono accesi sull'ingiustizia di Tulsa e sull'amnesia corrosiva degli Stati Uniti in merito alla violenza razziale, il desiderio a 100 anni dal massacro è trovare giustizia per quello che è stato perso e per il silenzio assordante che questo massacro ha sentito per anni.