Ci sono tanti modi di resistere alla guerra. Odessa lo fa suonando, recitando, cantando. Nei teatri, nelle gallerie d'arte, perfino nei bar sulla strada. Questa compagnia sta preparando lo spettacolo del pomeriggio e la direttrice del teatro che ci accoglie ci racconta come la stagione sia ripresa a luglio, da marzo a giugno gli attori e i registi sono andati in scena gratuitamente nei rifugi antiaerei, nei sotterranei, nei parcheggi, con una grande differenza rispetto a prima. Ci sta portando in cortile, dove tengono il generatore che fanno entrare in funzione quando ci sono i tagli di corrente durante gli spettacoli, eccolo lì. Con il generatore le luci sono più basse ma lo spettacolo può andare avanti, tranne quando arriva l'allarme antiaereo: lì si blocca tutto e gli spettatori sono invitati ad aspettare che passi nel rifugio sotterraneo. Attendono anche ore. Tra l'altro durante ogni spettacolo si raccolgono soldi per l'esercito. Ma la ragione per continuare a recitare e ad andare in scena nonostante la guerra in corso, i bombardamenti e le difficoltà, è tanto semplice quanto potente. Anche Alexei, uno dei più celebri pianisti jazz dell'Ucraina, non ha smesso di fare spettacoli. Durante il periodo in cui Odessa era colpita quotidianamente dai missili ha organizzato una serie di concerti nei sotterranei. Adesso il suo spirito le sue motivazioni non sono cambiate. Anche così Odessa prova a superare lo shock della guerra: con la forza delle parole e della musica, con la forza della sua arte.