Come se si trattasse di elezioni normali, l'agenzia di stampa russa elenca i numeri dei seggi allestiti in Ucraina, aggiungendo che sarà possibile votare anche Russia. Il referendum per l'annessione a Mosca delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, oltre che delle regioni di Cherson e Zaporizhia. Si svolgerà dunque da oggi nei seggi indicati e proseguirà poi fino al 27 anche porta a porta e nelle comunità per motivi di sicurezza, scrive la Tass. E lo scontro consumato al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite tra Stati Uniti e Russia, ovvero il segretario di stato americano Antony Blinken e il suo omologo russo Serghey Lavrov, non sposta di un millimetro la propaganda di Mosca. Quella stessa propaganda che cita in queste ore Mikaylo Podolyak, negoziatore ucraino e consigliere di Zelensky oggi scrive: non esiste alcuna azione legale chiamata referendum nei territori occupati. C'è solo uno spettacolo di propaganda. E a completare quella che appare una concreta finzione, si parla della presenza di osservatori internazionali senza però citare numeri o paese di provenienza. Mosca sottolinea che le autorità locali stanno preparando misure di sicurezza a causa della minaccia di bombardamenti ucraini. Per questo si parla di poliziotti che accompagneranno i funzionari elettorali nelle operazioni porta a porta. Una misura che è cresce ulteriormente è la sensazione d'imposizione del risultato elettorale, del resto lo scopo del Cremlino con questi referendum è palese, quello cioè di poter considerare un attacco diretto alla Russia qualsiasi tentativo ucraino di riconquistare i territori perduti al quale rispondere anche con armi nucleari, come torna a minacciare Dimitri Medvedev, ancora una volta tra i sostenitori più fanatici di Vladimir Putin.























