È un radicale cambio della politica occidentale contro l'invasione russa dell'Ucraina. L'annuncio dell'invio di carri armati, da diversi paesi NATO, a Kiev non sarà determinante per le sorti della guerra, ma è la classica pistola carica messa in bella vista sul tavolo, che dice a Putin, siamo pronti a tutto pur di difendere il nostro alleato. Il presidente americano lo ripete chiaramente ancora una volta non c'è intento offensivo o minaccioso nei confronti della Russia, se si ritirano questa guerra finisce oggi. Siccome però non si ritirano, anzi continuano bombardare e a uccidere civili, dopo 11 mesi di aiuti difensivi la coalizione guidata dagli Stati Uniti passa alle armi pesanti. L'America manderà 31 carri armati M1 Abrams, il fiore all'occhiello dell'Esercito, completi di mezzi di assistenza e addestramento l'equivalente di un battaglione corazzato ucraino. La Gran Bretagna invierà 14 dei suoi tank Challenger, per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, la Germania farà lo stesso mettendo a disposizione altrettanti carri Leopard, mentre la Francia spedirà blindati da combattimento e l'Italia i suoi mezzi d'artiglieria. Biden, il Cancelliere Scholz, il Presidente francese Macron, il Primo Ministro Sunak e il Presidente del Consiglio Meloni lo hanno concordato in una telefonata che segna il cambio di passo contro Mosca. Non diciamo agli ucraini dove attaccare, ci ha spiegato una fonte dell'Amministrazione americana, ma gli diamo non solo la capacità di difendersi, ma anche quella di riprendersi il territorio riconosciuti internazionalmente, compresa la Crimea persa dal 2014. A pesare è stata la valutazione della prossima evoluzione dei combattimenti, in particolare in Donbass, in previsione di una nuova offensiva russa in primavera. I carri armati in tutto poco più di un centinaio potrebbero mitigarla, i tedeschi e i britannici saranno impiegabili nell'arco di settimane; gli americani invece più complessi da operare non arriveranno dall'arsenale esistente, ma saranno costruiti appositamente e ci vorranno mesi prima che siano operativi. Fa parte di una strategia di lungo periodo, dicono da Washington, che ribadisce il nostro supporto all'Ucraina per tutto il tempo necessario, un chiaro segnale al Cremlino, ma anche l'ammissione che questa guerra sarà ancora lunga.