Un'altra notte difficile per Kiev. Il cielo della capitale viene squarciato e illuminato dalle esplosioni. Le sirene risuonano quando è ancora notte, mentre la via diplomatica è ancora nell'impasse, i massicci raid russi sui quartieri residenziali, lasciano sul terreno decine di vittime, tra cui anche un cittadino americano e moltissimi feriti, case distrutte, dolore e ansia mentre scatta la consueta ricerca di persone sotto le macerie. Il presidente Zelensky denuncia sono atti di puro terrorismo e il mondo intero, gli Stati Uniti e l'Europa devono finalmente reagire. Rincara la dose il capo dell'amministrazione presidenziale che condanna la mancanza di una risposta adeguata da parte del mondo civile agli attacchi di Mosca. Uno stato dotato di armi nucleari può semplicemente uccidere civili negli edifici, rifiutare un cessate il fuoco e non ricevere una risposta. Quanti altri cittadini e bambini dovranno morire? Mentre il capo militare di Kiev dichiara che la capitale è stata bersagliata da 175 droni, oltre 14 missili da crociera e almeno due missili balistici russi. All'alba scatta anche un pesante bombardamento su Odessa Zaporizhzhia e Chernihiv. Non è che l'ennesima ondata violenta di attacchi sempre più intensi avvenuti nelle ultime settimane, il cui apice è stato l'attacco nella regione occidentale di Poltava, dove la più grande raffineria di petrolio ucraina e altre fabbriche sono andate in fiamme. Raid devastanti sulla città più importante dell'Oblast, Kremenchuk, antico centro produttivo e cuore dell'industria ucraina, da alcuni giorni è diventato un bersaglio frequente delle incursioni russe.